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    Test della personalità MMPI-2 | Intervista al Prof. Emanuele Del Castello

    Con i suoi 587 item, il Test della personalità MMPI-2 (Minnesota Multiphasic Personality Inventory – 2) rappresenta lo standard per la valutazione della personalità e della psicopatologia. Lo strumento fornisce i punteggi per una serie di scale che affrontano importanti aree cliniche, come la depressione, l’ansia e l’abuso di sostanze, oltre a fornire informazioni che permettono al professionista di valutare l’attendibilità delle risposte fornite dal soggetto. Il nuovo report interpretativo di MMPI-2, a cura di Emanuele Del Castello e disponibile su Giunti Testing, consente di ottenere in breve tempo e in modo automatico un profilo dettagliato del funzionamento personale e sociale a partire dai punteggi ottenuti nel questionario. Ideato per sostenere i clinici nella stesura della relazione, il report fornisce informazioni preziose per la formulazione delle ipotesi diagnostiche e per il trattamento, restituendo un feedback anche laddove venga rilevato un buon adattamento del soggetto.

    Quali sono i vantaggi di un report
    interpretativo automatizzato per
    un test della personalità MMPI-2?

    L’interpretazione computer-based del test della personalità MMPI-2 comporta una serie di vantaggi ampiamente discussi in letteratura. Il più immediato è sicuramente quello della rapidità: grazie alla riduzione dei tempi di somministrazione e di compilazione da parte del clinico, è possibile dedicare una buona parte di questo tempo alla conoscenza del paziente e alla presa di decisioni. Ritengo, tuttavia, che il vantaggio principale di un report interpretativo automatizzato sia l’eliminazione dell’effetto osservatore, cioè degli eventuali bias dello psicologo che interpreta il questionario.

    All’interno di un processo di assesment, mi piace considerare l’utilizzo di un questionario di personalità come il ricorso a un punto di vista esterno a cui lo psicologo può accedere per ottenere un confronto oggettivo. Da questo confronto, anche la conoscenza del cliente diventa più affidabile. Ciò è particolarmente utile nel momento in cui le due prospettive cliniche ottenute non sono in completo accordo, perché, come sosteneva Bateson, l’informazione nasce dalla differenza. L’interpretazione automatizzata rende questa seconda prospettiva ancora “più esterna” al professionista che se ne può avvantaggiare per arricchire l’opinione clinica che egli stesso si è fatto del cliente.

    Quali sono le principali
    caratteristiche del report
    da lei creato?

    Gli altri report automatici prodotti per il MMPI-2 tendono a seguire l’ordine della costruzione del questionario. A partire dalle informazioni raccolte, otteniamo delle descrizioni per le scale di validità, per le scale cliniche, per le scale di contenuto e le varie scale supplementari. Queste informazioni costituiscono materiale prezioso per la stesura della diagnosi ma, il più delle volte, non possono rappresentare, così come vengono prodotte dal computer, un resoconto specifico, e soprattutto leggibile, del funzionamento psicologico del singolo cliente. I report narrativi tradizionali spesso non sono in grado di tenere conto di eventuali contraddizioni e non considerano profili con valori inferiori al cutoff, risultando pertanto poco leggibili.

    Il mio report narrativo nasce dall’esigenza di rendere automatico il mio modo abituale di scrivere una relazione psicodiagnostica e superare questi limiti. Il primo obiettivo che mi sono posto è stato quello di costruire una mappa sufficientemente chiara delle aree del funzionamento psicologico che il MMPI-2 consente di esplorare. Ispirato dal Sommario Strutturale di Nichols e Greene (1995), il mio volume La diagnosi psicologica guidata dal MMPI-2 rappresenta il risultato di questo tentativo. In esso viene proposto un percorso per la descrizione dei vari aspetti della personalità e per ogni area vengono ripresi i descrittori delle scale che contribuiscono alla sua conoscenza. A mio avviso, un report narrativo automatizzato deve poter seguire questa mappa della personalità.

    Per risolvere il problema delle eventuali contraddizioni tra i dati provenienti dai vari punteggi, ho introdotto nel programma informatico delle regole che consentono di armonizzare le informazioni conflittuali derivanti dal questionario. Questo lavoro è stato reso possibile anche dalla grande quantità di materiale clinico che la mia esperienza professionale mi metteva a disposizione. Grazie a una banca dati di protocolli test della personalità MMPI-2, provenienti da persone che erano state mie pazienti nel corso del tempo, ho potuto verificare di volta in volta se il report automatizzato che andavo a costruire fornisse una descrizione affidabile del funzionamento psicologico della persona. Pertanto, si è trattato di un lavoro molto lento e paziente. È proprio la grande quantità di casi con cui ho testato il sistema informatico che mi ha consentito di eliminare le varie problematiche che potevano emergere in situazioni diverse.

    Ad oggi, il prodotto costruito può essere definito una versione di base. Uno dei problemi che pone l’interpretazione del MMPI-2 è quello di adeguare i criteri di interpretazione ai vari setting clinici (medico-legale, selezione del personale, psicoterapeutico). Naturalmente, questo è un progetto futuro di ulteriore evoluzione dello strumento che intendo perseguire.

    Cosa succede, se non emerge niente
    di significativo dalla valutazione?

    In quanto clinici, non possiamo permetterci di non pronunciarci sulla valutazione di un cliente che, o per sua iniziativa o perché ci è stato inviato, viene sottoposto al test. Il nostro compito è quello di fornire una descrizione del funzionamento psicologico della persona che, a partire dai dati che il questionario ha evidenziato, si pronunci sulle varie aree della “mappa” che abbiamo deciso di utilizzare. Per esempio, se prendiamo in considerazione l’area “Ansia”, dobbiamo poter dire se è presente, possibilmente specificandone qualità e quantità. Se dai vari indicatori disponibili non emerge la presenza di ansia, dobbiamo anche poter dire che cosa significa: se la persona si sta difendendo per dare volontariamente una falsa impressione, ad esempio per qualche scopo personale, o se invece tende a utilizzare meccanismi, più o meno consapevoli, di repressione, che potrebbero convertire l’ansia in sintomatologia somatoforme. O ancora, se non presenta ansia è perché si tratta di una persona ben adattata. Ritengo che in quanto psicologi clinici abbiamo il dovere di ragionare in questo modo, anche per rispetto alla nostra professione. Io ho fondato il mio sistema di interpretazione automatica su questi principi.

    Cosa succede nel caso
    in cui la persona fornisca
    un profilo di risposte
    non valido?

    Una delle caratteristiche peculiari della storia del test della personalità MMPI-2 è la grande attenzione che gli studiosi hanno rivolto alla valutazione della validità dei profili, che tuttavia ritengo più utile definire “atteggiamento verso la valutazione assunto dal cliente”. Se lo consideriamo così, allora questa diventa un’area estremamente importante della mappa, soprattutto in ambito clinico-terapeutico, perché rappresenta non solo un insieme di informazioni sul funzionamento del paziente e del rapporto con il suo ambiente, ma anche della modalità con la quale la persona si rapporta a noi. Secondo il mio parere, almeno per quanto riguarda l’ambito psicoterapeutico, varrebbe la pena somministrare e interpretare l’MMPI-2 anche solo per le informazioni che ci fornisce questa area.

    In ogni caso, la valutazione della validità, o dell’atteggiamento nei confronti della valutazione psicologica, costituisce la prima sezione del report narrativo e comprende 3 sottosezioni: collaborazione, coerenza, accuratezza. Nel caso in cui vengano rilevati problemi di validità, questo viene specificato e vengono inoltre fornite alcune raccomandazioni per approcciarsi alle sezioni successive. In alcuni punti più cruciali, l’interpretazione richiede di fare specifico riferimento all’atteggiamento rilevato all’inizio (Fake-bad o Fake-good). Il riferimento alla validità del profilo costituisce infatti una cornice all’interno della quale considerare l’intero rapporto narrativo.

    Vantaggi di un report interpretativo automatizzato
    Obiettività: la distorsione dell’interpretazione è ridotta al minimo perché le regole di interpretazione vengono applicate automaticamente e coerentemente. Coerente a che cosa? Per me non è molto chiaro
    Affidabilità: il computer produce report interpretativi coerenti tra le diverse somministrazioni e tra diversi somministratori.
    Velocità: l’elaborazione e la stampa di un report da parte del computer risulta estremamente veloce. Tale vantaggio raddoppia quando il cliente può compilare il questionario direttamente nel computer, come nel caso della piattaforma Giunti Testing.
    Efficienza in termini di costi: il risparmio di tempo si traduce in minori costi.

    Il test della personalità MMPI-2
    si rivolge a clienti adulti;
    per la versione adolescenti
    è possibile prevedere un nuovo report?

    Ci sto lavorando e sarà presto disponibile. Per il nuovo test della personalità MMPI-2 sto adottando gli stessi principi utilizzati per la versione adulti, ma ci sono differenze importanti tra i due strumenti di cui bisogna tenere conto. Pertanto, la mappa utilizzata dovrà essere diversa per conformarsi il più possibile alla specificità della personalità adolescenziale. Inoltre, in questo preciso momento storico in cui il disagio adolescenziale si è reso particolarmente evidente, costruire questo strumento per me costituisce un dovere morale oltre che professionale. In ogni caso, sta risultando un’avventura appassionante.


    Bibliografia:

    • Atlis, M. M., Hahn, J., Butcher, J. N. (2006),« Computer-based assessment with the MMPI-2», In J. N. Butcher (ed.), MMPI-2: A Practitioner’s Guide, American Psychological Association, pp. 445-476.
    • Del Castello, E. (2015), La diagnosi psicologica guidata dal MMPI-2. Descrizione della personalità e valutazione della psicopatologia, Franco Angeli, Milano.children with a specific learning disorder than in typically developing children?», Intelligence, 62, 175-179.