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    * Obbligatorio

    Prova Grafica di Prassia Costruttiva per prevenire i disturbi di scrittura

    L’apprendimento della scrittura “carta-matita” avviene oggi nelle scuole primarie del nostro paese in assenza di linee guida; di conseguenza, è affidato all’individuale e soggettiva gestione dell’insegnate.

    Si assiste, così, a indicazioni diverse come:

    • la proposizione dei tre caratteri contemporaneamente (stampato maiuscolo, minuscolo, corsivo),
    • la prevalenza di uno o più sull’altro/i,
    • l’esclusivo uso dello stampatello (generalmente il corsivo viene posticipato eccessivamente o mai introdotto e/o affidato a una scelta affidata al bambino),
    • la presentazione dello stampato maiuscolo e successivamente del corsivo con temporalità diverse (in alcuni casi il corsivo viene introdotte con l’inizio del secondo quadrimestre della classe prima, in altre a inizio della classe seconda);
    • non si verifica mai la proposizione del solo corsivo, additato come difficile e complesso.

    In questo caos di iniziative arbitrarie e soggettive, si assiste anche alla delega al bambino della scelta del carattere o all’apprendimento del corsivo in autonomia durante l’estate: pratiche, entrambe, altamente diseducative sia sul piano funzionale sia su quello relazionale, poiché altera le funzioni del ruolo educativo di riferimento.

    Nessuna cura, poi, viene dedicata agli strumenti, matita/penna e carta, dove per “carta” si intende il quadernone, utile per incollare le fotocopie, ma disfunzionale per due motivi: aumento dello spazio grafico, e di conseguenza del controllo motorio-percettivo-visivo, e confinamento della scrittura – costretta a rispondere ai quesiti della fotocopia – in spazi vuoti, angusti e collocati in ogni dove, riducendo in tal modo l’organizzazione motoria-spaziale alto-basso/sx-dx.

    In una situazione di questo tipo, risulta paradossale che venga richiesta una certificazione per disgrafia, laddove un corretto processo di apprendimento della scrittura non è mai avvenuto.

    L’apprendimento della scrittura

    È necessario e indispensabile fare un po’ di ordine, il che non significa ritornare a un passato di calligrafia bella, ma domandarsi quale valore può avere oggi la scrittura per lo sviluppo del bambino in una situazione in cui la tecnologia ha già gli strumenti per poter fare a meno di essa.

    Andrea Moro, linguista, inizia un suo recente articolo dichiarando che «è stato scritto sotto dettatura da una macchina capace di tradurre delle onde d’aria (la mia voce) in onde di luce (la scrittura) ed è così che queste idee dal mio cervello sono arrivate fino a voi» (Moro, 2021).

    Il risultato finale è dunque identico, sia che si scriva a mano sia che lo si faccia con una macchina, anzi con quest’ultima, forse, vi è anche un risparmio di tempo. Ma siamo sicuri che sia davvero la stessa cosa? Non credo: «la scrittura corsiva intesa unicamente nella sua funzione esecutivo-motoria non è uno strumento del pensiero è essa stessa, nella sua fase di apprendimento, pensiero» (Ambrosini, 2018).1

    In sostanza, in età evolutiva, è opportuno discriminare il valore dell’apprendimento della scrittura dalla sua funzione nella società; infatti, basterebbe una macchina e il bambino potrebbe con rapidità essere in grado di scrivere. L’attenzione che dobbiamo porre va nella direzione di mettere il bambino prima della tecnologia, privilegiare e integrare le diverse funzioni dello sviluppo per metterle al servizio della tecnica, laddove essa può migliorare le condizioni di vita delle persone, condizioni che non sono solo quelle materiali, bensì quelle della salute psichica.

    Ed è in questa prospettiva che si muove, oggi, ancor più che in passato la Prova Grafica Di Prassia Costruttiva. La Prova (Ambrosini, 2003; Ambrosini, Zaghen, 2009) è stata ideata come strumento di indagine preventiva di eventuali disturbi di scrittura in bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia e successivamente inserita nell’esame psicomotorio (Wille, Ambrosini, 2005).

    Non è una prova di scrittura, ma la sua ideazione e la sua struttura si fondano sugli elementi che compongono la scrittura, cioè le funzioni motorio-visuo-spaziali alla sua base. Inoltre, e questo è un dato che la differenzia rispetto alle altre prove di prassie costruttive, la prova, così come accade per l’apprendimento della scrittura, contempla la realizzazione organizzata di diverse figure che devono mantenere tra loro, in relazione allo spazio-foglio, precisi rapporti spaziali topologici, proiettivi ed euclidei.

    Anche se il disegno spontaneo può essere un dato interessante dal punto di vista preventivo, è necessario avere strumenti che con maggiore precisione si avvicinino alle caratteristiche della scrittura, per cui l’attenzione si è rivolta alle forme grafiche che il bambino è in grado di rappresentare dai 5-5,6 anni. Queste forme grafiche sono linee curvilinee e rettilinee, figure geometriche quali il cerchio, quadrato-rettangolo, triangolo.

    La Prova Grafica Di Prassia Costruttiva ha inserito nel modello tutti questi elementi, 19 forme grafiche accessibili alla riproduzione del bambino di quelle età.

    Finalità

    La Prova Grafica Di Prassia Costruttiva è un valido strumento di prevenzione dei disturbi di scrittura nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia e nella classe prima della scuola primaria.

    Utilizzata nell’esame psicomotorio si è dimostrata:

    • efficace nella valutazione dei disturbi specifici di apprendimento (disgrafie),
    • dei disturbi visuo-spaziali, dei disturbi di apprendimento non verbale (Cornoldi, Mammarella, Goldenring Fine, 2021)
    • e nella ricerca di correlazioni tra disturbi di coordinazione motoria, disprassie e disgrafie.

    Può assolvere a queste differenti funzioni poiché, in sintonia con l’impostazione teorica e metodologica dell’esame psicomotorio, la Prova Grafica Di Prassia Costruttiva è strutturata in modo tale da poter rilevare con chiarezza i tre vertici del movimento e cioè Organizzazione Motoria (OM), Qualità Motoria (QM), Esperienza Emotivo Affettiva (EEA). Quest’ultimo polo, EEA, non rientra in termini quantitativi nella standardizzazione della prova, ma tale componente è osservata, segnalata e assume valore in fase di valutazione neuro-psicomotoria (Wille, Ambrosini, 2005).

    Gli obiettivi sono discriminare le funzioni che l’atto motorio ha in sé nel suo dispiegarsi per cui la Prova Grafica Di Prassia Costruttiva analizza tre aree: quella dello Spazio (S), dell’Organizzazione Grafo-Motoria (OGM), della Qualità Motoria (QM).

    All’area S appartengono parametri che implicano componenti cognitivo-spaziali e cioè quelle topologiche nei rapporti di contatto/disgiunzione, frontiera, aperto/chiuso, quelle proiettive nella collocazione sopra/sotto e dx/sx, quelle euclidee nelle figure, nelle distanze tra loro e in rapporto alle due linee di riferimento; si ricavano anche informazioni in merito all’OM.

    Nell’area OGM rientrano le componenti motorie relative alla funzione di coordinazione oculo-manuale e di conseguenza i processi di anticipazione relativi all’OM.

    Nell’area sicurezza del tratto osserviamo le componenti di scioltezza che si riferisce alla regolazione tonica e di dissociazione, quindi due dei parametri della QM.

    Vantaggi

    Il grande vantaggio della brevità esecutiva ha ricadute positive anche sull’attenzione poiché è più facile che venga mantenuta per un tempo limitato anche da quei bambini che di fronte a un test più lungo si troverebbero, invece, in difficoltà. Riduce l’affaticamento in soggetti con difficoltà di regolazione emotiva o di fatica esecutiva evidente nella manifestazione di consistenti paratonie all’arto superiore scrivente e diffusa anche ad altri parti corporee.

    Materiali del test

    Possiamo distinguere il corredo del test in strumenti per la somministrazione e strumenti per la valutazione psicometrica.

    Per la somministrazione sono necessari:

    • il modello che il bambino dovrà copiare,
    • un foglio A4 su cui sono già tracciate le due linee orizzontali,
    • una matita di buona qualità 2B
    • e uno strumento per rilevare il tempo dell’esecuzione.

    La valutazione della copia prodotta utilizzerà:

    • degli acetati per la rilevazione di alcuni dati della sezione “spazio”,
    • un righello per la misurazione di lunghezze dei parametri della sezione “spazio” e “organizzazione grafo-motoria”,
    • una lente di ingrandimento per talune situazioni dubbie
    • e una serie di tavole di riferimento per facilitare l’attribuzione dei punteggi grezzi che, con il supporto di altre tre tavole, consentiranno la loro traduzione in percentili.
    • Infine, per ogni classe, dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia fino alla classe quinta della primaria si troveranno ulteriori tavole per la classificazione della prova. Tutti i dati saranno trascrivibili su moduli predisposti.

    Bibliografia

    • Ambrosini C. (2003), «Prova grafica di prassia costruttiva», Psicomotricità, novembre.
    • Ambrosini C., Zaghen K. (2009), «L’intervento terapeutico psicomotorio con i bambini disgrafici», Psicomotricità, 13 (2).
    • Ambrosini C. (2018), «Ma la scuola non insegna a scrivere», Corriere della Sera, 31 gennaio.
    • Cornoldi C., Mammarella I., Goldenring Fine J. (2021), Il disturbo di apprendimento non verbale, Galton, Roma.
    • Moro A. (2021), «E i misteri del linguaggio», la Lettura. Corriere della Sera, 26 settembre.
    • Wille A.-M, Ambrosini C. (2005), Manuale di terapia psicomotoria dell’età evolutiva, Cuzzolin, Napoli.