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    Didattica a Distanza e ADHD tra sfide e opportunità

    I bambini con Bisogni educativi speciali (BES) incontrano più ostacoli nel loro percorso scolastico rispetto allo studente medio. Per questa categoria, in cui rientra anche l’ADHD (Disturbo da deficit di attenzione/iperattività), le scuole sono incaricate di individuare forme didattiche e modalità di valutazione più adeguate affinché gli alunni possano raggiungere il successo formativo. La pandemia da Covid-19, tuttavia, ha portato un cambiamento sostanziale del modo in cui i bambini e i ragazzi stanno imparando. Ci si chiede ora se l’adozione della didattica a distanza (DaD) sia in grado di garantire una didattica adatta alle esigenze degli alunni con un disturbo dell’attenzione.

    Didattica a Distanza: una nuova modalità di apprendimento (anche) per gli alunni ADHD

    A marzo 2020, la diffusione della pandemia da Covid-19 ha determinato la chiusura delle scuole e ha costretto i sistemi educativi di tutto il mondo a una rapida transizione verso la DaD (Didattica a Distanza). Le scuole dotate del registro elettronico hanno potuto sfruttare gli strumenti forniti al suo interno attivando anche le aule virtuali. In risposta all’aumento della richiesta, molte piattaforme di apprendimento online hanno iniziato a offrire accesso gratuito ai propri servizi. Nel frattempo, in piena emergenza sanitaria, il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione ha fornito le prime indicazioni operative per questa nuova modalità di didattica. I docenti sono stati invitati a lavorare tenendo in considerazione il particolare contesto e a effettuare scelte efficaci dal punto di vista didattico, scelte che dovevano essere pensate nel rispetto dell’inclusione di tutti gli alunni.

    La DaD è così partita, tempestivamente e sotto forme diverse, nonostante la grave situazione emergenziale. La grande maggioranza degli alunni più giovani, prima della pandemia, non aveva alcuna precedente esperienza con l’apprendimento a distanza. Molti studenti hanno faticato in questo passaggio, come dimostrano i risultati di una ricerca dell’Istituto Mario Negri IRCCS: l’80% dei ragazzi intervistati ha riscontrato maggiori difficoltà a mantenere l’attenzione durante le lezioni online e i 2/3 hanno riferito che la DaD è più stancante in confronto con la scuola tradizionale.

    Rispetto al singolo individuo, in situazioni straordinarie come quella vissuta con la pandemia, non tutti sono in grado di adattarsi allo stesso modo e con la stessa facilità, sia da un punto di vista pratico sia da un punto di vista emotivo e relazionale. Gli studenti con un disturbo dell’attenzione (ADHD) rientrano tra le categorie a rischio per una maggiore criticità nella gestione della didattica a distanza. Un primo studio di Becker et al. (2020) ha evidenziato come gli alunni con ADHD intervistati abbiano riportato maggiori difficoltà dei loro coetanei durante il periodo di lockdown.

    L’80% dei ragazzi ha riscontrato maggiori difficoltà a mantenere l’attenzione durante le lezioni online e i 2/3 hanno riferito che la DaD è più stancante in confronto con la scuola tradizionale.

    Didattica a Distanza e ADHD: gli ostacoli da superare

    I sintomi dell’ADHD, come l’incapacità di mantenere l’attenzione, la difficoltà a stare fermi e la difficoltà a controllare gli impulsi, rendono l’apprendimento più complesso e influenzano a loro volta anche la pianificazione, l’organizzazione e la gestione del comportamento. Una limitazione di tali capacità rende difficile affrontare un cambiamento radicale come lo è stato l’introduzione di un nuovo ambiente di apprendimento.

    Nel momento in cui non ci si trova più nel setting scolastico strutturato, e vi è una maggiore libertà nell’organizzazione personale del tempo, i problemi di attenzione possono diventare più evidenti. Durante la DaD, lezioni, compiti e pause sono stati gestiti dagli alunni e dalle loro famiglie con grande indipendenza. Gli alunni hanno dovuto imparare a rimanere attenti alle videolezioni e a gestire il materiale in autonomia, in assenza di feedback diretti e in tempo reale da parte dell’insegnante. Seguire le lezioni da casa significa infatti ricevere una ridotta supervisione e un limitato numero di indicazioni da parte dell’insegnante, che a scuola sono importanti per un alunno con ADHD per mantenere alta la motivazione. Molti genitori hanno riferito che, con l’adozione della DaD, i loro figli hanno faticato a portare a termine i compiti relativi alla scuola (Bobo et al., 2020).

    È noto, inoltre, come le difficoltà di concentrazione dell’alunno con ADHD possano migliorare notevolmente se si trova in un ambiente dove le distrazioni sono ridotte, come l’aula scolastica. Ma le potenziali distrazioni che derivano dallo stare a casa e online sono infinite, per non parlare dello strumento stesso.

    Svolgere le lezioni online richiede di trascorrere lunghi periodi di tempo seduti davanti al computer e dunque di svolgere compiti più sedentari e solitari. Nell’apprendimento a distanza vi è una notevole riduzione delle opportunità di gioco di gruppo attivo.

    Il movimento è centrale per il bambino ADHD, che possiede una modalità di apprendimento diversa e necessita di muoversi per focalizzare in modo ottimale l’attenzione. L’ambiente scolastico online rischia quindi di diventare non solo noioso, ma anche completamente demotivante. Per bambini e adolescenti con ADHD che tendono ad avere maggior difficoltà con la noia e lo sforzo mentale, l’apprendimento virtuale può mancare della novità e degli stimoli che permettono di rimanere impegnati nelle attività di apprendimento.

    La scuola è anche il luogo in cui gli studenti, oltre ad apprendere, possono interagire con i propri coetanei. I bambini con ADHD hanno maggiori probabilità di avere qualche difficoltà nel campo delle relazioni sociali e queste ultime costituiscono spesso la loro più importante fonte di stimolazione. La DaD ha fornito meno opportunità per interagire liberamente con i propri compagni e rafforzare quelle capacità sociali ed emotive che sono poi essenziali all’interno e all’esterno della classe.

    Con la Didattica a Distanza, gli alunni hanno dovuto imparare a rimanere attenti alle videolezioni e a gestire il materiale in autonomia.

    Didattica a Distanza e ADHD: il silver lining – lato positivo

    Nonostante la DaD abbia creato nuove sfide per la gestione dell’ADHD, è importante sottolineare che non sono emersi solo aspetti negativi.

    Uno studio, realizzato in Francia, che ha coinvolto 533 genitori, ha trovato che una grande parte dei bambini e degli adolescenti con ADHD ha ottenuto una maggior stabilità o un miglioramento del proprio benessere durante il periodo di contenimento. Il miglioramento dell’ansia dei propri figli è stato uno dei temi principali discussi dai genitori ed è stato ricondotto a una minore pressione scolastica e alla presenza di orari flessibili durante la DaD.

    Un vantaggio dell’apprendimento a casa è infatti la possibilità di accedere ai materiali delle lezioni in qualsiasi momento durante il semestre. Uno studente che fatica a seguire la lezione dall’inizio alla fine in classe può beneficiare di un numero maggiore di pause e, grazie alla possibilità di rivedere le registrazioni, senza perdere alcuna parte delle spiegazioni. I ragazzi con ADHD tendono a imparare meglio in piccoli blocchi. Questa maggiore libertà significa anche poter studiare nel momento della giornata più efficace per il singolo individuo, che non sempre è la mattina. Inoltre, seppure le attività siano diventate più sedentarie, lavorare da casa permette agli studenti ADHD di apprendere nel rispetto dei propri ritmi.

    Minore pressione scolastica e orari flessibili grazie alla DaD hanno prodotto un miglioramento del benessere degli alunni ADHD durante il lockdown.

    Dalla DaD alla DID: Didattica Integrata Digitale e ADHD

    Il tempo trascorso a casa ha fornito anche ai genitori l’opportunità di una visione ravvicinata dei propri figli nell’ambito scolastico, promuovendo la consapevolezza delle difficoltà che i loro figli con ADHD incontrano quotidianamente. E seppure la DaD rischi di configurarsi come una sfida in particolare modo per lo studente con un disturbo di attenzione/iperattività, può essere anche agente di benessere nel momento in cui fornisce meno costrizioni e una maggiore flessibilità.

    Non sappiamo se la DaD ci accompagnerà anche nel prossimo anno scolastico. Attualmente si parla di didattica integrata digitale (DID), che è tale proprio perché integra digitale e presenza. Nell’ottica di una maggiore sensibilità verso i bisogni educativi speciali, questo strumento potrebbe funzionare per tutti se si sfruttano i punti di forza del digitale mantenendo attiva una didattica personalizzata che sia attenta alle difficoltà del singolo, e se si forniscono i supporti necessari mentre navighiamo in questo territorio sconosciuto.


    Bibliografia: