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    Disturbo ADHD: Conners 3 il test di supporto alla diagnosi

    Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD, dall’inglese Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder) è il disturbo del neurosviluppo più diffuso tra i bambini di tutto il mondo. I sintomi dell’ADHD sono: una durata breve dell’attenzione, vivacità e impulsività eccessive e non appropriate allo stadio di sviluppo del bambino accompagnate da iperattività motoria. Attualmente, la diagnosi di ADHD viene classificata secondo tre presentazioni caratterizzate da prevalente inattenzione, prevalente iperattività/impulsività o ancora una combinazione delle due forme. La variabilità di presentazione del disturbo e la presenza frequente di comorbilità rappresentano un ostacolo alla valutazione, e per questo motivo l’ADHD tende a essere sotto-diagnosticata o mal diagnosticata. In questo quadro, le Conners 3 sono uno strumento affidabile e un alleato prezioso nel processo diagnostico e di identificazione, nonché di monitoraggio dell’andamento del disturbo.

    Come riconoscere il disturbo ADHD?

    I bambini con iperattività o impulsività tendono a giocare in modo rumoroso, parlare eccessivamente con scarso controllo dell’intensità della voce, interrompere conversazioni o attività senza essere in grado di aspettare il proprio turno.

    La diagnosi, nondimeno, può presentare alcuni ostacoli. Difficoltà nella concentrazione e nel comportamento possono essere esperienze normali per tutti i bambini se si manifestano occasionalmente. Tuttavia, nel bambino con ADHD, questi deficit sono abbastanza gravi da poter interferire con il normale svolgimento delle attività quotidiane e rischiano di compromettere le relazioni del bambino con la famiglia e con i suoi pari.

    Il disturbo emerge durante le prime fasi di sviluppo, e i sintomi iniziali, come un’eccessiva attività motoria, possono essere notati molto presto, in tenera età. Anche se sul riconoscimento precoce dei problemi comportamentali i genitori svolgono un ruolo decisivo, molti fattori possono interferire nell’identificazione del disturbo. Per esempio, i sintomi possono diventare più evidenti durante un cambiamento di circostanze di vita del bambino: un caso tipico è rappresentato dall’inizio della scuola. Qui, in particolare, le restrizioni legate all’ambiente scolastico tendono a portare il disturbo da deficit di attenzione/iperattività allo scoperto. Ecco perché l’indirizzamento verso una prima valutazione, per molti bambini con ADHD, può partire da una segnalazione degli insegnanti.

    Inoltre, sebbene disattenzione, iperattività e impulsività rappresentino i sintomi principali dell’ADHD, il disturbo è altamente eterogeneo e tende a essere accompagnato da altre condizioni relative alla salute mentale. Un esempio sono i problemi di condotta. Secondo il DSM-5 (APA, 2013), il disturbo oppositivo provocatorio (Oppositional Defiant Disorder, ODD) e il disturbo della condotta (Conduct Disorder, CD) si verificano rispettivamente nel 50% e nel 25% dei bambini con ADHD con manifestazione combinata.

    Inoltre i bambini con ADHD hanno maggiori probabilità di sviluppare depressione infantile e disturbi d’ansia, soprattutto quando i sintomi non sono tenuti sotto controllo. Infine, sono di comune riscontro, in concomitanza con il disturbo, anche le difficoltà di apprendimento e quindi di lettura, scrittura e calcolo. Questa particolare combinazione può rendere molto difficile per un bambino avere un percorso scolastico sereno e può rappresentare un ostacolo nella diagnosi.

    La diagnosi di ADHD può presentare alcuni ostacoli perché difficoltà nella concentrazione e nel comportamento possono essere esperienze normali per tutti i bambini.

    L’importanza di identificare il disturbo ADHD

    Ottenere una diagnosi ADHD è importante perché ad essa vengono accompagnate le raccomandazioni per la gestione del disturbo, limitando così l’impatto negativo dei sintomi sulla vita del bambino. L’obiettivo del trattamento è infatti il miglioramento di questi ultimi, l’ottimizzazione delle prestazioni e l’intervento sui disturbi comportamentali.

    Attualmente i sintomi vengono tenuti sotto controllo attraverso la terapia comportamentale e/o la somministrazione di farmaci stimolanti. Entrambe le terapie contribuiscono ad alleviare i sintomi e consentono ai bambini di partecipare più facilmente alle attività scolastiche o di altro tipo.

    Una mancata diagnosi, d’altro canto, impedisce ai bambini e alle loro famiglie di ottenere l’assistenza di cui hanno bisogno per raggiungere il loro pieno potenziale. Non intervenire può avere come conseguenza un’enorme quantità di oneri psicologici, accademici e sociali per l’individuo e la comunità. L’ADHD non trattato durante l’infanzia rappresenta inoltre un fattore di rischio per la presenza di problemi di salute mentale in età adulta, che possono portare a compromissione anche nel funzionamento sociale e lavorativo.

    Occorre osservare che, seppur di solito il disturbo venga diagnosticato per la prima volta durante l’infanzia, e tenda a migliorare con il tempo, nella maggior parte dei casi esso accompagnerà l’individuo per tutto l’arco della sua vita.

    L’ADHD non trattato durante l’infanzia può comportare problemi di salute mentale in età adulta, che possono portare anche a compromissione nel funzionamento sociale e lavorativo.

    La diagnosi ADHD grazie al test Conners 3

    Le Conners 3 (Conners Rating Scales 3; Conners, 2008) sono uno strumento affidabile, progettato per supportare il processo diagnostico e di identificazione del disturbo da deficit di attenzione/iperattività, nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni. Lo strumento consente una valutazione approfondita del disturbo grazie a una valutazione ad ampio spettro delle difficoltà più comuni che possono verificarsi in comorbilità con l’ADHD.

    Sono considerati nella valutazione, dunque, i problemi di condotta, di apprendimento, d’ansia, di depressione e la presenza di problemi familiari e sociali.

    Grazie a moduli specifici, l’assessment tiene conto di informazioni provenienti da fonti molteplici (genitori, insegnanti e autovalutazione). I sintomi dell’ADHD devono essere presenti in almeno due contesti diversi per suggerire una diagnosi, e genitori e insegnanti possono mostrare punti di vista diversi sulle difficoltà del bambino. Se da una parte le valutazioni dei genitori rivelano il comportamento del bambino in un ambiente dove solo loro hanno la possibilità di osservazione, le valutazioni degli insegnanti contribuiscono con osservazioni sul livello accademico, sociale ed emotivo del bambino in ambito scolastico. L’autovalutazione fornisce una visione del bambino del proprio funzionamento, integrando i rapporti di genitori e insegnanti. Questo approccio rappresenta un punto di forza dello strumento, in quanto permette di ottenere un’ampia panoramica delle aree di vita del bambino.

    In particolare, l’Indice Globale Conners 3 consente di monitorare con precisione i cambiamenti nel tempo dei sintomi e l’efficacia del trattamento adottato.

    Rispetto all’edizione precedente, lo strumento presenta due nuove scale che indagano i due disturbi che più frequentemente si presentano in comorbilità con l’ADHD: il disturbo della condotta e il disturbo oppositivo provocatorio. Poiché molti sintomi dell’ADHD si sovrappongono a quelli che caratterizzano il CD e l’ODD, le scale assistono il professionista nella diagnosi differenziale.

    Oltre a questa importante novità, questa nuova edizione del test presenta una serie di perfezionamenti e miglioramenti alla struttura rispetto alla versione precedente (CRS–R; Conners, 1997). Le modifiche chiave includono anche:

    • aggiornamento dei dati normativi e psicometrici;
    • semplificazione dei contenuti;
    • ampliamento del range di età;
    • maggiore allineamento tra le tre versioni (Genitore, Insegnante, Autovalutazione) che ne facilita il confronto;
    • ristrutturazione delle forme brevi;
    • rafforzamento del legame con il DSM-5.

    Il test Conners 3 è di supporto alla diagnosi ADHD grazie a una valutazione ad ampio spettro delle difficoltà più comuni che possono verificarsi in comorbilità con il disturbo.

    Conners 3: struttura e somministrazione

    Ciascuna delle tre versioni delle Conners 3 può essere somministrata in forma estesa o in forma breve. Le versioni per genitore e per insegnante valutano bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni, mentre la versione di autovalutazione comprende il range di età tra 8 e 18 anni. Il tempo di somministrazione è di 20 minuti per la forma estesa e 10 minuti per la forma breve.

    La forma estesa contiene le scale di contenuto (il cui numero varia a seconda della versione), quattro scale dei sintomi secondo il DSM-5, tre scale di validità, l’Indice ADHD Conners 3, l’Indice Globale Conners 3, gli item di screening per l’ansia e la depressione, gli item relativi alla compromissione del funzionamento, gli item critici del comportamento grave e due domande aggiuntive per valutare eventuali ulteriori criticità e punti di forza. La forma breve contiene tutte le scale di contenuto presenti nella forma estesa, due delle tre scale di validità e le due domande aggiuntive. Questa forma è consigliata qualora non fosse possibile o pratica la somministrazione della versione integrale o laddove sia necessario il retest.

    Il test può essere somministrato sia in modalità carta e matita sia attraverso la piattaforma di testing online Giunti Psychometrics. Quest’ultima modalità non prevede costi aggiunti: con l’acquisto dei questionari è già incluso un numero equivalente di scoring secondo le norme specifiche per genere ed età del bambino per ciascuna forma e versione delle Conners 3.


    Bibliografia:

    • American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione (DSM-5), trad. it. Raffaello Cortina Editore, Milano 2015.
    • Conners C. K. (1997), Conners’ Rating Scales – Revised. Ad. it. di M. Nobile, B. Alberti e A. Zuddas, Giunti O.S., Firenze 2007.
    • Conners C. K. (2008), Conners 3rd Edition (Conners 3). Ad. it. di C. Primi e D. Maschietto, Giunti Psychometrics, Firenze 2017.
    • Crippa A., Marzocchi G. M., Piroddi C., et al. (2015), «An integrated model of executive functioning is helpful for understanding ADHD and associated disorders», Journal of Attention Disorders, 19 (6), 455-467.
    • DuPaul G. J., Gormley M. J., Laracy S.D. (2013), «Comorbidity of LD and ADHD: implications of DSM-5 for assessment and treatment», Journal of Learning Disabilities, 46 (1), 43-51.
    • Hamed A. M., Kauer A. J., Stevens H. E. (2015), «Why the diagnosis of attention deficit hyperactivity disorder matters», Frontiers in Psychiatry, 6, 168.
    • Manuale MSD, 2020. Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)