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    Test sulla psicopatia: SRP 4, la scala self-report

    La Self-Report Psychopathy Scale 4th Edition (SRP 4) è la versione più recente e la prima versione self-report ufficiale di una serie di questionari progettati per valutare la psicopatia in un’ampia gamma di contesti. La SRP 4, in linea con il modello a fattori che caratterizza l’intera famiglia di scale PCL (test di Hare), è un test sulla psicopatia che prevede una struttura fattoriale a due fattori di ordine più elevato (Fattore 1. Interpersonale/ Affettivo e Fattore 2. Devianza sociale), che a loro volta si articolano in quattro sottodimensioni correlate di prim’ordine: Interpersonale, Affettiva, Stile di vita e Antisociale.

    Tale struttura fattoriale ha permesso di estendere a contesti più ampi la concezione della psicopatia forense. I contesti di somministrazione previsti per la SRP 4 sono infatti non soltanto quello forense e clinico, ma anche quello riferito alla popolazione generale. Inoltre, lo strumento può essere somministrato sia a singoli individui sia a gruppi.

    SRP 4: adattamento italiano e campione

    L’adattamento italiano della SRP 4 ha coinvolto complessivamente un campione costituito da 1.442 partecipanti, di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Di questi, 1.077 appartenevano a un campione di popolazione generale, 281 a un campione di studenti universitari, 52 a un campione definito come campione clinico, e infine 32 risultavano detenuti presso una struttura carceraria della Regione Toscana. Dello strumento è inoltre disponibile una versione breve a 28 item, con proprietà psicometriche affini a quelle della versione completa. La versione breve può essere utile in situazioni in cui vi siano limiti di tempo e di risorse e qualora la misura della psicopatia sia da includere in una batteria di strumenti più ampia.

    SRP 4: struttura del test

    La struttura della scala SRP 4 è in linea con il modello a fattori che sta alla base dell’intera famiglia di scale PCL. Il punteggio totale viene calcolato a partire dai punteggi dei due fattori di secondo ordine (Fattore 1 e Fattore 2), che a loro volta si calcolano a partire dalle quattro sottodimensioni di primo ordine (Interpersonale, Affettiva, Stile di vita e Antisociale). Questa struttura, unica tra i test sulla psicopatia di autovalutazione, ha ricevuto ampio supporto dalla ricerca empirica.

    Test sulla psicopatia: perché usare la scala SRP 4

    Forte impulso alla ricerca empirica sulla psicopatia è stato determinato dall’ampia diffusione delle scale PCL. Tuttavia, esse richiedono molto tempo: devono essere somministrate da valutatori adeguatamente formati che, nella valutazione dei singoli item, devono integrare le interviste con le informazioni secondarie, secondo criteri specifici. Questi requisiti rigorosi rendono difficile lo studio della psicopatia in contesti in cui non siano disponibili operatori qualificati e documentazione sufficiente.

    Poiché i questionari non presentano queste restrizioni possono permetterci di estendere le nostre conoscenze sulla psicopatia, sviluppando ulteriormente la sua rete nomologica. Nel caso della PCL-R, Hare e colleghi si sono adoperati affinché gli strumenti “paralleli” misurassero effettivamente lo stesso costrutto.

    Nel caso della SRP 4, questo avvertimento ha implicato che qualsiasi test che dichiarasse di misurare la psicopatia in linea con la PCL-R dovesse essere validato proprio attraverso il ricorso alle scale PCL, ai questionari alternativi, alle valutazioni di osservatori e a indicatori comportamentali obiettivi. Se così non fosse, vi sarebbe il rischio di considerare erroneamente valide presunte misure della psicopatia senza una solida validità di costrutto, un problema che non è affatto nuovo.

    Allo stato attuale, la SRP 4 è l’unico questionario che ripropone in modo efficace la stessa struttura fattoriale della PCL-R e degli strumenti da essa derivati. La SRP 4 permette ai ricercatori di estendere la concezione forense della psicopatia a campioni più ampi della popolazione generale. Questo vantaggio è particolarmente importante al fine di accumulare prove a supporto dell’ipotesi che il costrutto della psicopatia e i suoi fattori di primo e second’ordine siano di natura dimensionale piuttosto che categoriale (Guay, Ruscio, Knight e Hare, 2007; Walters et al., 2007). I tratti distintivi della psicopatia sono distribuiti, in gradi diversi, in tutta la società (Coid, Yang, Ullrich, Roberts e Hare, 2009; Neumann e Hare, 2008). A riprova di ciò, ampi campioni non forensi indicano che i punteggi delle sottodimensioni SRP tendono ad avere una distribuzione continua e normale.

    La SRP 4 è l’unico test sulla psicopatia che permette di estendere la concezione forense della psicopatia a campioni più ampi della popolazione generale.

    L’uso dei questionari di autovalutazione per la misura della psicopatia

    La scelta di un ricercatore di valutare la psicopatia tramite questionari può essere motivata da vincoli di tempo o spazio, oppure dalla necessità di semplificare le procedure di somministrazione e scoring. L’uso di test sulla psicopatia in cui ai partecipanti è richiesto semplicemente di valutare sé stessi riguardo a specifici tratti, credenze, atteggiamenti e comportamenti, è oramai consolidato nella ricerca sulla personalità (per una rassegna, cfr. Paulhus e Vazire, 2007).

    Nel caso della SRP 4, gli item non sono chiaramente trasparenti (come potrebbe essere, ad esempio, “Sono psicopatico”) ma, al contrario, sono stati selezionati per riflettere quegli aspetti della personalità che sono noti indicatori di tendenze psicopatiche (ad esempio, “Ho minacciato delle persone per avere denaro, vestiti o trucchi”).

    Nel caso della psicopatia, individui che si riconoscono in item di questo tipo credono che essi riflettano aspetti positivi della loro personalità piuttosto che vulnerabilità. Tra i vantaggi del questionario SRP 4 vi è la possibilità di consegnare il questionario direttamente al soggetto, che può completarlo con una minima supervisione, dal momento che sono presenti istruzioni scritte. Inoltre, il test sulla psicopatia SRP 4 può essere somministrato in gruppo: tale modalità rappresenta un metodo molto efficiente di raccolta dati.

    Sebbene l’interpretazione dei risultati richieda una competenza nell’ambito, essa è minore di quella richiesta per l’interpretazione di dati comportamentali o di interviste cliniche. I problemi maggiori nell’uso dei questionari sono le falsificazioni deliberate e la desiderabilità. Queste problematiche sono ancora più accentuate nel caso della psicopatia, trattandosi di un costrutto che richiede di indagare tratti non desiderabili come la tendenza a ingannare. È da notare che i dati a supporto della validità forniti nel manuale del test, rassicurano sul fatto che le risposte fornite alla SRP 4 non sono il risultato di meccanismi di desiderabilità sociale.

    In sintesi, la valutazione della psicopatia tramite questionari come la SRP 4 presenta vantaggi e svantaggi, che sono ben noti agli specialisti della valutazione psicologica. Per la maggior parte degli usi di ricerca, i risultati della SRP 4 possono essere considerati sufficienti senza dover essere integrati con informazioni provenienti da altre fonti; tuttavia, essi non possono sostituirsi all’osservazione clinica diretta.

    Idealmente, i test sulla psicopatia dovrebbero costituire solo una tra le diverse modalità di misurazione all’interno di un programma di valutazione multidimensionale. Per la valutazione della psicopatia, una combinazione di questionari, interviste e analisi delle fonti documentali disponibili costituisce una base di informazioni più attendibile. L’uso delle scale SRP 4 per una diagnosi diretta o per una valutazione dei rischi è improprio e, per tale ragione, fortemente sconsigliato.

    La SRP 4 è stata progettata primariamente per l’uso in ambito di ricerca e alla valutazione di gruppi di individui.

    Test sulla psicopatia: gli ambiti di utilizzo della SRP 4

    La SRP 4 è stata progettata primariamente per l’uso in ambito di ricerca, e non è stata concepita per formulare una diagnosi sul singolo individuo o per prendere decisioni con importanti implicazioni in ambito giudiziario (per esempio, entità della pena, opzioni di detenzione alternativa al carcere, rilascio del detenuto). Lo strumento può essere usato da ricercatori in un’ampia gamma di contesti e per diversi protocolli di ricerca. A oggi, la maggior parte della ricerca sulla SRP si è focalizzata su campioni di comunità e campioni di studenti universitari, ma essa potrebbe trovare interessanti applicazioni anche in contesti forensi e clinici.

    Inoltre, a prescindere dal contesto, la SRP 4 è più adatta alla valutazione di gruppi di individui piuttosto che di individui singoli. Gli elementi chiave elencati in precedenza offrono ai ricercatori diversi vantaggi rispetto a questionari alternativi. La SRP 4 corrisponde perfettamente, su un piano concettuale ed empirico, alla PCL-R, il gold standard di riferimento per la misurazione della psicopatia in contesti clinici e forensi. Per questo motivo, la SRP 4 è l’unico questionario di valutazione disponibile che permette al ricercatore di esaminare il costrutto della psicopatia attraverso la lente della PCL.

    Conseguenza diretta di ciò è che la psicopatia può essere valutata anche in contesti in cui una valutazione eseguita mediante PCL-R o PCL:SV (PCL: Screening Version) risulti impraticabile. Le norme relative ai tre campioni di riferimento permettono l’interpretazione dei punteggi SRP 4 in tre contesti chiave: forense, di studenti universitari e popolazione generale. In aggiunta, grazie all’uso dei punteggi standardizzati, i risultati della SRP 4 possono essere facilmente confrontati con quelli di altri strumenti.

    La SRP 4 non è consigliata per l’uso con soggetti non motivati o che oppongono aperta resistenza alla compilazione. Questo tipo di atteggiamento costituisce un ostacolo in particolare all’interno di contesti terapeutici e non favorisce la self-disclosure o la cooperazione con le procedure di valutazione. La SRP 4 non è inoltre consigliata per l’utilizzo con individui disorientati, gravemente compromessi o con una padronanza non ottimale della lingua. Per ottenere protocolli validi da individui con scarse abilità di lettura, è consigliabile che il valutatore legga gli item del questionario ad alta voce (mentre il soggetto segue la lettura, usando la copia che gli è stata consegnata).


    Bibliografia:

    • Coid J., Yang M., Ullrich S., Roberts A., Hare R. D. (2009), «Prevalence and correlates of psychopathic traits in the household population of Great Britain», International Journal of Law and Psychiatry, 32, 65-73.
    • Guay J. P., Ruscio J., Knight R. A., Hare R. D. (2007), «A taxometric analysis of the latent structure of psychopathy: Evidence for dimensionality», Journal of Abnormal Psychology, 116, 701-716.
    • Neumann C. S., Hare R. D. (2008), «Psychopathic traits in a large community sample: Links to violence, alcohol use, and intelligence», Journal of Consulting and Clinical Psychology, 76, 893-899.
    • Paulhus D. L., Neumann C. S., Hare R. D. (2015), Self-Report Psychopathy Scale 4th Edition (SRP 4). Ad. it. A. Prunas, N. Bolognini, R. Di Pierro, Giunti Psychometrics, Firenze 2021.
    • Paulhus D. L., Vazire S. (2007), «The self-report method». In R.W. Robins, R.C. Fraley, R. F. Kruger (a cura di), Handbook of research methods in personality psychology, Guilford, New York, NY.
    • Walters G. D., Gray N. S., Jackson R. L., Sewell K. W., Rogers R., Taylor J., Snowden R. J. (2007), «A taxometric analysis of the Psychopathy Checklist: Screening Version (PCL:SV): Further evidence of dimensionality», Psychological Assessment, 19, 330-339.