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    Scale Bayley-III: i vantaggi dell’Assessment con le scale di sviluppo

    Le Scale Bayley-III (Bayley, 2006) sono il punto di riferimento internazionale per la valutazione degli aspetti cognitivi, linguistici, motori, socioemotivi e comportamentali in bambini dai 16 giorni ai 42 mesi di età. Si avvalgono non solo dell’osservazione diretta della performance, ma anche del coinvolgimento dei genitori o dei caregiver. L’utilizzo delle scale Bayley offre una valutazione globale e completa dello sviluppo, permettendo di individuare precocemente un eventuale ritardo di sviluppo e fornendo indicazioni utili per la pianificazione di un intervento. Ne illustreremo la struttura, i punti di forza e le buone pratiche per la somministrazione multidisciplinare.

    Introduzione alle Scale Bayley-III

    La valutazione cognitiva nella prima infanzia non è finalizzata alla determinazione di un quoziente intellettivo. Gli strumenti destinati a questa fascia di età sono definiti “test di sviluppo”, perché valutano primariamente il raggiungimento delle tappe fondamentali del percorso di crescita. Le funzioni cognitive da 0 a 2 anni, infatti, essendo sensomotorie, non sono separabili né ben differenziabili.

    Qual è la differenza tra un test di intelligenza e un test di sviluppo?

    Entrambi i tipi di strumento misurano il livello di funzionamento dell’individuo, ma gli assunti sono molto diversi. L’idea di misurare l’intelligenza si è diffusa all’inizio del secolo scorso per rispondere alla domanda: è possibile individuare precocemente i bambini con difficoltà di apprendimento, tali da richiedere una didattica speciale?

    Da qui, lo sviluppo di test di performance sempre più raffinati e dedicati principalmente alla valutazione delle abilità cognitive, come la Wechsler Intelligence Scale for Children (WISC).

    I test di sviluppo nascono con un altro scopo, ovvero fornire informazioni sullo stato di sviluppo di un bambino e stabilire il raggiungimento delle tappe fondamentali. Tali strumenti sono costruiti partendo dal presupposto che una particolare abilità potrebbe non essere acquisita: man mano che il bambino cresce, un comportamento meno maturo può essere sostituito da uno più evoluto e qualitativamente diverso.

    Al contrario, i test di intelligenza considerano la distribuzione delle abilità descritta dalla curva normale e assumono che, in condizioni di normalità, si possa predire la differenza tra il livello di abilità in un momento T1 e quello in un momento T2. I test di sviluppo, per contro, non assumono che la misura dell’abilità in un determinato momento predica quella in un tempo successivo, perché le strutture sottostanti cambiano qualitativamente nel tempo.

    Il fatto che i punteggi della popolazione ai test di intelligenza crescano nel tempo è detto “effetto Flynn”. Le Scale Bayley non sono una misura di intelligenza, per cui l’effetto Flynn non è applicabile: il cambiamento dei punteggi nel tempo non segue la tendenza prevista dall’effetto Flynn. Date queste premesse è più facile capire l’importanza di riferirsi alle Scale Bayley-III come a scale di sviluppo.

    Le Scale Bayley-III valutano gli aspetti cognitivi, linguistici, motori, socio-emotivi e comportamentali in bambini dai 16 giorni ai 42 mesi di età.

    La struttura delle Scale Bayley-III

    Lo strumento è costituito da 5 scale, 3 scale a somministrazione diretta e 2 scale rivolte ai genitori. È corredato inoltre da un report per il caregiver.

    La scala Cognitiva (Cog) è costituita da item scritti in modo da minimizzare l’influenza del linguaggio recettivo e delle abilità motorie dei bambini nell’esecuzione del compito. Si valutano:

    • sviluppo sensomotorio,
    • esplorazione e manipolazione,
    • memoria,
    • formazione dei concetti,
    • relazione tra gli oggetti,
    • altri aspetti afferenti al processo cognitivo.

    La scala Motoria (Mot) valuta la motricità del bambino attraverso due sottoscale: Grosso-motricità (GM) e Fine-motricità (FM). Gli item della Fine-motricità valutano le prassie, l’integrazione motorio-percettiva, la pianificazione e la velocità motorie. Gli item della Grosso-motricità (GM) misurano principalmente il movimento degli arti e del torace, valutando il posizionamento statico e il movimento dinamico, inclusi la locomozione e la coordinazione, l’equilibrio e la pianificazione motoria.

    La scala del Linguaggio (Lang) è composta da due sottoscale: Comunicazione recettiva (RC) e Comunicazione espressiva (EC).

    Gli item della Comunicazione recettiva valutano:

    • il comportamento preverbale;
    • lo sviluppo del vocabolario;
    • lo sviluppo del vocabolario relativo all’aspetto morfologico (per es., pronomi e preposizioni);
    • la comprensione di indicatori morfologici (per es., la “i” o la “e” del plurale), indicatori di tempo (per es., “mentre” e gerundio) e i possessivi;
    • la comunicazione referenziale e la comprensione verbale.

    Gli item della Comunicazione espressiva valutano:

    • comunicazione preverbale (per es., fonetica di base, comunicazione gestuale, riferimenti a congiunzioni, rispetto dei turni conversazionali);
    • sviluppo del vocabolario (per es., dare il nome agli oggetti, alle immagini e agli attributi, come colori e dimensioni);
    • sviluppo morfosintattico (per es., l’utilizzo di espressioni a due termini, plurali e tempi verbali).

    La scala Socioemozionale (SE) valuta la gestione delle emozioni, i bisogni comunicativi e la capacità di relazionarsi con gli altri. Gli item considerano:

    • dominio dell’abilità emozionale-funzionale;
    • necessità di comunicazione;
    • impegno nelle relazioni con gli altri;
    • utilizzo delle emozioni con scopi interattivi;
    • uso di segnali emozionali o gesti per risolvere i problemi.

    Infine, la scala del Comportamento adattivo (GAC) misura ciò che il soggetto fa abitualmente e quel che potrebbe essere in grado di fare in alcune aree:

    • Comunicazione (Com): abilità di discorso, linguaggio, ascolto e comunicazione non verbale;
    • Competenze prescolari (FA): riconoscimento delle lettere, conteggio e disegno di semplici forme;
    • Autocontrollo (SD): seguire direttive e ordini semplici e fare delle scelte;
    • Gioco (LS): giocare e seguire delle regole;
    • Sociale (Soc): andare d’accordo con altre persone, usare le buone maniere, aiutare gli altri e riconoscere le emozioni;
    • Comunità (CU): interesse in attività fuori casa e riconoscimento di diverse situazioni;
    • Vivere in casa (HL): aiutare gli adulti nelle faccende domestiche e prendersi cura delle proprie cose;
    • Salute e sicurezza (HS): cura di sé ed evitamento di pericoli fisici;
    • Autonomia (SC): mangiare, andare al bagno e lavarsi;
    • Motoria (MO): movimento e manipolazione di oggetti.

    I punteggi per tutte le aree di abilità si combinano per formare una serie di compositi, compreso il Composito generale adattivo (GAC), che rappresenta una misura globale dello sviluppo adattivo del bambino.

    Punti di forza e caratteristiche distintive

    Le Scale Bayley-III forniscono una fotografia dello sviluppo del bambino in un determinato momento e consentono di valutare singoli domini funzionali con procedure flessibili, ma altamente standardizzate. La standardizzazione nella somministrazione è di primaria importanza, perché garantisce la comparabilità della prestazione col campione di standardizzazione; tuttavia, è fondamentale procedere in modo flessibile e attento, per favorire la migliore prestazione possibile nel bambino esaminato.

    La valutazione effettuata dai genitori (per le scale Socioemozionale e Comportamento adattivo) è un aspetto di grande rilevanza. A differenza della precedente versione, quella attuale attribuisce al caregiver un ruolo estremamente importante, sia come fonte di informazioni sia per la partecipazione diretta al momento della valutazione. Lavorare con i genitori assegna loro un ruolo attivo e importante, complica la procedura, ma garantisce una ricchezza di informazioni molto utile per il lavoro diagnostico e clinico-riabilitativo-abilitativo. Si può infatti osservare la relazione tra genitori e figli e si possono integrare tali informazioni.

    Considerare la prospettiva del caregiver è un punto di forza, ma altri vantaggi delle Scale Bayley-III sono rappresentati dalla modularità della somministrazione e dalla possibilità di prevedere ulteriori valutazioni nel corso dei follow-up.

    Nelle Scale Bayley-III, il caregiver ha un ruolo centrale anche nella fase di somministrazione.

    In questi momenti è possibile monitorare i progressi del bambino utilizzando i punteggi di crescita, che forniscono una scala a intervalli uguali, con media 500 e deviazione standard pari a 100. Infatti, i punteggi normativi di scala forniscono informazioni per confrontare la prestazione di un bambino con quella dei suoi coetanei e, soprattutto nei casi caratterizzati da un livello di funzionamento basso o molto basso, per apprezzare cambiamenti poco evidenti. I punteggi di crescita forniscono una stima della capacità dei bambini indipendentemente dai pari e consentono di monitorare finemente il percorso di sviluppo.

    Inoltre, specificatamente per la scala socioemozionale vi è la possibilità di avere una rappresentazione grafica di come il bambino progredisce in base ai vari stadi.

    In un grafico (Figura 1) sono posti gli stadi di sviluppo socioemozionale sull’asse verticale e le fasce d’età sull’asse orizzontale; una linea inclinata di 45° indica le acquisizioni in caso di sviluppo tipico. Al momento della somministrazione, il livello padroneggiato dal bambino viene registrato nel grafico e contrassegnato in corrispondenza della sua età. Il livello successivo viene poi registrato nel momento in cui si manifesta. Questo grafico, insieme al report per il caregiver, è molto apprezzato dai professionisti e dalle famiglie, perché permette di visualizzare in modo chiaro e semplice il livello di sviluppo al momento della prima valutazione e i progressi successivi.

     La somministrazione delle Scale di sviluppo Bayley-III

    La somministrazione e l’interpretazione delle Scale Bayley-III sono complesse e articolate. Trattandosi di uno strumento destinato a soggetti piccolissimi, richiede competenze che vanno oltre quelle tecniche legate al testing: si rivelano decisive le relazioni operatore-bambino, operatore-caregiver e bambino-caregiver. Coloro che si accingono a impiegare lo strumento dovrebbero dunque disporre non solo di competenze test-specifiche, ma anche relazionali trasversali, fondamentali in psicologia dello sviluppo. Si tratta di acquisire esperienza e di essere in grado di:

    • stabilire e mantenere una relazione;
    • favorire prestazioni ottimali;
    • seguire procedure di somministrazione standardizzate;
    • comprendere come si attribuiscono i punteggi grezzi e come si leggono i punteggi standardizzati;
    • interpretare il test.

    L’esaminatore dovrebbe avere maturato una solida competenza ed esperienza nel testare i bambini con età, precedenti linguistici, esperienze prescolastiche, culturali e cliniche simili a quelli dei bambini che valuterà con queste scale.

    Le Bayley-III sono progettate per gruppi di valutazione multidisciplinare: infatti, la scala Cognitiva, la scala del Linguaggio e la scala Motoria possono essere somministrate indipendentemente l’una dall’altra.

    In molti Paesi, la buona pratica della multidisciplinarietà è favorita grazie al fatto che i diversi esaminatori sono formati all’uso delle Scale Bayley-III con un addestramento professionale specifico. In Italia, questo tipo di formazione è stato finora sporadico e spesso lasciato alla libera iniziativa dei singoli enti che, trovandosi nella condizione di dover utilizzare lo strumento, hanno nel tempo organizzato iniziative formative per i loro professionisti.

    Al fine di colmare questa lacuna, a partire dal 2021 le Scale Bayley saranno oggetto di iniziative formative capillari e finalizzate a trasmettere conoscenze e competenze indispensabili per un uso corretto e responsabile dello strumento. A seguito del conseguimento di una formazione certificata, anche i tecnici sanitari potranno somministrare le Scale Bayley-III ed eseguire lo scoring dei protocolli.

    Queste figure professionali, qualora lavorino in un gruppo multidisciplinare, siano impegnate sul campo come ricercatori o siano supervisionate da esperti nell’uso dello strumento, potranno utilizzare il test. Resta inteso che l’interpretazione dei risultati dovrebbe essere compiuta in accordo con gli Standards for educational and psychological testing (American Educational Research Association et al., 1999) e che la responsabilità della diagnosi compete a professionisti abilitati, in accordo con la disciplina nazionale ordinistica.

    Nondimeno, operatori formati e con esperienza saranno in grado di garantire la migliore pratica clinica e un risultato del testing affidabile e valido, a beneficio di tutti, in primis dei bambini.


    Bibliografia:

    • American Educational Research Association, American Psychological Association, National Council on Measurement in Education (1999), Standards for educational and psychological testing, American Educational Research Association, American Psychological Associaton e National Council on Measurement in Education, Washington.
    • Bayley N. (2006), Bayley Scales of Infant and Toddler Development, The Psychological Corporation, San Antonio. (Adattamento italiano a cura di A. Orsini, R. Ferri, E. Stoppa, Bayley scales of infant and Toddler Development. Manuale di somministrazione (3a ed.), Giunti Psychometrics, Firenze).