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    MPR: valutazione dei disturbi dello sviluppo con le scale Merrill-Palmer

    Le Merrill-Palmer-Revised Scales of Development (MPR; Roid, Sampers, 2004) sono state concepite per operazionalizzare con un unico strumento standardizzato tutti i progressi della ricerca sul funzionamento neuropsicologico del bambino, nel caso di sviluppo sia tipico sia atipico. Le MPR offrono le informazioni necessarie sia per ricostruire il profilo di sviluppo specifico del singolo individuo, evidenziandone i punti di forza e di debolezza, sia per identificare gli obiettivi di trattamento e le urgenze educative. Le MPR sono disponibili in Italia da alcuni anni, standardizzate su un ampio campione rappresentativo della popolazione generale di riferimento, e sono destinate a bambini che rientrano in un ampio range di età, da 1 mese a 6 anni e 6 mesi. I dati normativi sono stati calcolati utilizzando le più recenti tecniche di continuous norming, che permettono di ottenere valori normativi stabili con campioni non molto ampi ma “ben reclutati”, in termini di rappresentatività. In questo articolo, ne evidenzieremo la struttura, i tipi di punteggi, i punti di forza e i possibili utilizzatori.

    Introduzione alle Scale di sviluppo MPR

    Le MPR (Merrill-Palmer-Revised Scales of Development) sono internazionalmente riconosciute come uno strumento a elevato valore diagnostico utilizzato per lo screening o la diagnosi dei disturbi dello sviluppo (Shek et al., 2005), oppure per individuare problemi comportamentali (Mirenda et al., 2010).

    Trovano il loro fondamento teorico in un esteso corpus di ricerche effettuate negli ultimi 40 anni e identificano le componenti cognitive o i processi sottostanti alle capacità tradizionalmente misurate dalle scale di sviluppo.

    Tale fondamento trova i suoi riferimenti nell’approccio ordinale (Axia, 1998; Uzgiris, Hunt, 1975), nella teoria CHC (Carroll, 1993; Horn, Cattell, 1966) – che offre un modello globale e unificante delle teorie più attuali sul funzionamento cognitivo – e nelle ricerche specifiche nell’ambito dello sviluppo infantile che convergono in un unico modello per quanto riguarda la struttura delle abilità cognitive.

    Considerando la costruzione dello strumento si coglie facilmente l’influenza dell’approccio ordinale che concepisce il cambiamento evolutivo come uno sviluppo qualitativo e non solo quantitativo di competenze, che si realizza secondo una sequenzialità ordinata (ovvero un bambino sviluppa nuove competenze secondo un ordine prestabilito e gerarchico), tale da non poter essere valutata solo rispetto a un riferimento normativo, bensì delineando un accurato profilo individuale. In relazione al processo che causa il cambiamento, si propone di superare la dicotomia tra “capacità innate” e “apprendimento favorito dall’ambiente”, ponendo l’accento sulla loro interazione.

    Le MPR sono utilizzate per lo screening o la diagnosi di disturbi dello sviluppo e per individuare problemi comportamentali.

    MPR: la struttura delle Scale

    Le MPR sono composte da 2 batterie a somministrazione diretta, 4 questionari per i genitori e 2 protocolli (sul linguaggio espressivo e sui comportamenti che il bambino ha mostrato durante il test) che devono essere compilati dall’esaminatore. L’intera batteria modulare è tale da consentire un utilizzo flessibile, e può essere somministrata in un tempo variabile tra i 30 e i 45 minuti, a seconda dell’età del bambino.

    • La Batteria cognitiva include tre scale principali:
      1. Cognitiva
      2. Linguaggio ricettivo
      3. Motorio fine

    Dai punteggi ottenuti in queste aree è possibile ricavare un indice globale, l’Indice di sviluppo, un indicatore sintetico del livello di sviluppo del bambino, e 3 punteggi supplementari che consentono di valutare la memoria, la velocità di elaborazione e la coordinazione visuo-motoria. Tra questi, particolarmente interessante è il punteggio Memoria lattanti/Memoria (IM/M) che misura il fattore CHC relativo ai processi di memoria a breve termine e, per i lattanti, comprende la percezione di colori nuovi (memoria del colore non-nuovo) e la permanenza dell’oggetto (seguire il movimento di un oggetto nascosto dietro uno schermo). Per i bambini in età prescolare, comprende la memoria di coppie di oggetti (memoria associativa) e il toccare sequenze di figure (dal subtest della Forward Memory della Leiter-R).

    • L’altra batteria a somministrazione diretta è la Batteria grosso-motoria, che valuta lo sviluppo motorio generale, la presenza di eventuali movimenti inconsueti e la qualità del movimento, perché si tratta di aspetti dello sviluppo motorio rilevanti anche per il ruolo che svolgono nello sviluppo cognitivo. Vediamoli nel dettaglio.
      1. Qualità del movimento: è una sezione del protocollo di notazione che esamina la presenza di numerose difficoltà motorie di tipo differente.
      2. Movimenti inconsueti: si tratta di una checklist che riguarda pattern di movimenti non consueti, particolarmente utile quando un bambino ha una performance che si colloca all’interno del range di normalità, ma che sotto l’aspetto esecutivo mostra qualche atipia, che potrebbe rivelarsi un possibile indicatore associato a una difficoltà.

    Passando ai 4 questionari per i genitori, occorre indicare che consentono di ottenere informazioni sullo sviluppo emozionale del bambino, sul suo livello di autonomia, sui comportamenti che mette in atto per far fronte alle richieste dell’ambiente e sul suo modo di esprimersi.

    Tali domini sono indagati in modo standardizzato, quindi controllano i bias che dipendono dalla soggettività del valutatore.

    • Scala di sviluppo socio-emotivo: progettata per soddisfare la necessità di valutazione dei cinque domini coinvolti nella definizione categoriale del ritardo di sviluppo.
    • Stile temperamentale socio-emotivo: scala di valutazione del temperamento che permette di ottenere informazioni addizionali per individuare i pattern utilizzati dal bambino nella sua interazione con il mondo.
    • Scala di sviluppo dell’autonomia personale/comportamento adattivo: permette una valutazione rapida e oggettiva del comportamento adattivo, un’area molto importante per la definizione di un eventuale ritardo di sviluppo.
    • Linguaggio espressivo: si tratta dell’unica scala che valuta il linguaggio espressivo nei lattanti di 12 mesi o di età inferiore.

    La struttura delle MPR consente un utilizzo flessibile, a seconda dell’età del bambino.

    La valutazione del linguaggio è sicuramente un punto di forza delle MPR. Oltre alla valutazione espressa dal genitore, infatti, l’esaminatore valuta anche in modo diretto le capacità di linguaggio espressivo (nei bambini a partire dai 13 mesi di età), per ottenere una misura del lessico e della sintassi. Si chiede al bambino di rispondere a stimoli illustrati e di nominare capi di abbigliamento, parti del corpo, verbi e avverbi, anche attraverso la presentazione di immagini-stimolo.

    Ancora, si ha la possibilità di ottenere una misura standardizzata dei comportamenti osservati durante la somministrazione del test, in termini di reazioni emozionali e attenzione.

    MPR: tipologie di punteggi e interpretazione

    Le MPR forniscono punteggi normativi in relazione all’età del bambino (punteggi standard) e punteggi di crescita criteriali derivati attraverso la metodologia IRT. Questi riferimenti normativi danno informazioni importanti e tra loro complementari. I primi permettono di stabilire se la prestazione di un bambino in una determinata area è in linea oppure al di fuori del range tipico; i punteggi di crescita, invece, consentono di definire punti di forza e di debolezza individuali, ottenere una “fotografia” del funzionamento del bambino in termini di competenze specifiche e pianificare interventi puntuali (per potenziare le competenze presenti e/o far emergere comportamenti che ancora non fanno parte del suo repertorio). I punteggi standard, espressi nella metrica del QI (ovvero con media 100 e deviazione standard 15) consentono di confrontare i risultati delle MPR con quelli dei principali strumenti per la valutazione dello sviluppo.

    È possibile ottenere punteggi standard per la valutazione della Memoria lattanti. Questa ha un importante valore nell’assessment e le MPR sono l’unico strumento che fornisce questa misura standardizzata.

    La ricchezza dei punteggi offerti dalle MPR non corrisponde a una maggiore difficoltà nell’interpretazione.

    L’interpretazione dei punteggi delle MPR segue una concezione gerarchica dello sviluppo cognitivo: il livello generale è identificato dal punteggio dell’Indice di sviluppo (DI). Si procede poi con l’analisi dei punteggi di crescita e dei punteggi di dominio, per poi prendere in esame le aree grosso-motoria, linguaggio espressivo, socio-emotiva e dell’autonomia personale/comportamento adattivo. Si conclude a un livello più dettagliato, in termini diagnostici, con gli indici qualitativi e l’analisi dei pattern di risposta agli item.

    • Indice di sviluppo (DI) della batteria cognitiva: contribuisce alla valutazione dello sviluppo attraverso la combinazione dei punteggi relativi alle singole competenze, producendo un punteggio riassuntivo, utile per programmare interventi e per la ricerca.
    • Punteggi di crescita: forniscono misure della crescita intrapersonale, dato che il livello di competenza è definito in base ai compiti che il bambino riesce tipicamente a padroneggiare.
    • Punteggi di dominio: misurano aree di competenza, tra cui Cognitiva, Linguaggio ricettivo, Motorio fine e i punteggi supplementari dei domini Memoria, Velocità e Visuo-motorio.
    • Punteggi diagnostici: servono per analizzare i punti di forza e di debolezza nel profilo di sviluppo del bambino.
    • Interpretazione qualitativa: tanto le differenze tra i punteggi, quanto le microanalisi di ogni indice e di ogni scala forniscono informazioni diagnostiche più dettagliate.

    È importante notare che alla ricchezza dei punteggi offerti non corrisponde maggiore difficoltà nell’interpretazione. Infatti, non è necessario utilizzare tutti e cinque i livelli per ogni bambino, dacché sarà possibile scegliere su quali livelli interpretativi concentrarsi, in base agli obiettivi della valutazione.

    MPR: punti di forza

    Le MPR sono utili per:

    • valutazione evolutiva di alcuni domini fondamentali come quello cognitivo, del linguaggio, motorio, delle autonomie e socio-emotivo;
    • valutazione di neonati pretermine e bambini potenzialmente a rischio di sviluppare ritardi di sviluppo o disabilità;
    • valutazione di bambini con problemi uditivi o altri tipi di difficoltà nell’area del linguaggio espressivo;
    • rivalutazione longitudinale di soggetti già identificati in precedenza come affetti da ritardi di sviluppo.

    Uno degli aspetti innovativi delle MPR è la possibilità di valutare i bambini fin dal primo mese di vita, e di seguirne longitudinalmente lo sviluppo in relazione al cambiamento. Tale valutazione precoce comprende un esame attento delle diverse sfaccettature presenti nelle risposte del bambino, cioè la qualità e la variabilità della sua prestazione in diversi ambiti durante il test, che permette di rilevare anche difficoltà lievi che potrebbero sfuggire utilizzando misure differenti.

    Le MPR consentono di valutare i bambini fin dal primo mese di vita e di seguirne lo sviluppo.

    Chi può utilizzare le MPR?

    Data la loro natura, gli utilizzatori primari delle MPR sono gli psicologi con esperienza, gli esperti nella valutazione in età evolutiva e in psicodiagnostica che dovrebbero padroneggiare i concetti di errore di misura, i metodi psicometrici di sviluppo dei test, la loro attendibilità e validità.

    Le MPR possono anche essere utili per altri professionisti, che potrebbero impiegarne i risultati per cooperare alla pianificazione del trattamento, come terapisti occupazionali, logopedisti e altre figure professionali dell’area tecnico-sanitaria. Nel caso la somministrazione venga eseguita da questi professionisti sarà importante che lo scoring finale e l’interpretazione dei punteggi siano effettuati da uno psicologo esperto, o da figure di pari competenza nel campo della psicodiagnostica, secondo un approccio alla valutazione che preveda un lavoro multidisciplinare.

    Una batteria tanto ricca quanto complessa, multicomponenziale e ben strutturata, ha tutte le “carte in regola” per diventare un valido strumento per tutti i professionisti che, a vario titolo, lavorano nell’ambito del neurosviluppo. In ragione di ciò, intendiamo proporre occasioni di formazione e di certificazione delle competenze per l’utilizzo del test, al fine di aiutare i professionisti e favorire un lavoro di équipe che possa garantire una comunicazione facile e immediata, anche per quel che riguarda i test impiegati in fase di assessment.


    Bibliografia

    • Axia G. (1998) (a cura di), La valutazione dello sviluppo. Manuale di metodi e strumenti, Carocci, Roma.
    • Carroll J. B. (1993), Human cognitive abilities: A survey of factor analytic studies, Cambridge University, New York.
    • Horn J. L., Cattell R. B. (1966), «Refinement and test of the theory of fluid and crystallized general intelligence», Journal of Educational Psychology, 57, 253-270.
    • Mirenda P., Smith I. M., Vaillancourt T., Georgiades S., Duku E., Szatmari P., Bryson S., Fombonne E., Roberts W., Volden J., Waddell C., Zwaigenbaum L., Pathways in ASD Study Team (2010), «Validating the Repetitive Behavior Scale-revised in young children with autism spectrum disorder», Journal of Autism and Developmental Disorders, 40 (12), 1521-1530.
    • Roid G. H., Sampers J. L. (2004), Merril-Palmer Revised. Scales of development, Stoelting, Wood Dale. (Adattamento italiano di F. Battaglia, M. Viganò, Merril-Palmer Revised. Scales of development. Standardizzazione italiana, Giunti Psychometrics, Firenze, 2017).
    • Shek D., Tsang S. K. M., Lam L. L., Yang F. L. Y., Cheung P. M. P. (2005), «Psychometric Properties of the Chinese Version of the Psycho-educational Profile-Revised (CPEP-R)», Journal of Autism and Developmental Disorders, 35 (1), 37-44.
    • Uzgiris I., Hunt J. (1975), Assessment in infancy. Ordinal scales of psychological development, University of Illinois Press, Chicago (trad. it. La valutazione nella prima infanzia. Scale ordinaIi dello sviluppo psicologico, La Nuova Italia, Firenze, 1979).