Il MMPI-2 (Minnesota Multiphasic Personality Inventory) rappresenta uno standard della valutazione delle personalità ormai da moltissimi anni. Con i suoi 567 item e le sue numerose scale offre un profilo della persona articolato e complesso, che talvolta mette alla prova i professionisti che sono chiamati a interpretarne i risultati, ma che proprio in questa complessità vede il suo punto di forza. La personalità come oggetto di indagine, infatti, è tutt’altro che semplice e lineare: per studiarla, descriverla in modo standardizzato, serve uno strumento che sia sensibile alla sua complessità. La sfida dei professionisti che utilizzano il MMPI-2 è muoversi con perizia attraverso il vasto intreccio di item e scale per ricavarne un utile strumento di indagine clinica. In questo scenario, disporre di un sistema interpretativo informatizzato rappresenta una sorta di “complessità risolta”: un ausilio che guida il clinico alla lettura del profilo di personalità delle proprie persone attraverso i grafici dei punteggi e una relazione sui risultati che strutturalmente segue il ragionamento che si deve effettuare per leggerli. Il nuovo report interpretativo, che è stato lanciato a maggio 2021, rappresenta quindi un vantaggio per i clinici. Nel prosieguo di questo articolo se ne presenta un esempio attraverso la lettura del profilo di una paziente che denota esagerazione dei sintomi. Per chi volesse poi approfondire, vi è la possibilità di accedere gratuitamente alla registrazione di due seminari di presentazione del report a cura del dottor Emanuele Del Castello. Il nuovo rapporto interpretativo del MMPI-2 descrive in maniera dettagliata il profilo di personalità dell’esaminato. A partire dalle risposte al questionario fornite dalla persona, il rapporto interpretativo ne delinea il funzionamento personale e sociale relativamente a molteplici aspetti: atteggiamento nei confronti della valutazione; livello di funzionamento; rischio suicidario; funzioni cognitive di base; disturbi del pensiero ed esame di realtà; autocontrollo emozionale e comportamentale; uso di sostanze; risorse di coping; somatizzazione dei vissuti emotivi; funzionamento emotivo; immagine di sé; ruolo di genere; funzionamento interpersonale.
Atteggiamento nei confronti della valutazione
Collaborazione
La donna ha collaborato pienamente alla compilazione del test rispondendo a tutti gli item del questionario.
Coerenza
Ha risposto con attenzione e in maniera coerente alle domande del test (VRIN; TRIN). Non si rilevano differenze significative nello stile di risposta tra la prima e la seconda metà del questionario: livelli di attenzione e modello di auto-presentazione non sono stati modificati nel corso della compilazione (F; Fb). Il profilo può, quindi, essere considerato valido per quanto riguarda la coerenza delle risposte (VRIN; TRIN; F; Fb).
Accuratezza dell’autodescrizione
Il rapporto particolarmente sbilanciato tra disagio segnalato e risorse psicologiche possedute indica che la possibilità che il disagio trovi adeguato contenimento è molto ridotta. A seconda della motivazione dell’esame psicodiagnostico, ciò può derivare dalla ricerca di vantaggi secondari o dal bisogno di rafforzare la richiesta di aiuto (F; K; F-K). Non appare preoccupata del giudizio che ci si potrebbe fare di lei sulla scorta delle sue risposte al test, pertanto ammette facilmente i propri aspetti che potrebbero apparire socialmente inaccettabili (L).
Riconosce, senza essere particolarmente autocritica, di esercitare uno scarso controllo sulle proprie emozioni e sul proprio comportamento che tende a tradursi in disagio evidente (K). Ha ammesso un numero eccessivamente elevato di atteggiamenti, pensieri e comportamenti fortemente atipici che giustificano il dubbio sulla validità e l’attendibilità del profilo.
Poiché è improbabile che possa essere attribuita a un’incapacità di comprendere gli item per inefficienza cognitiva o per mancanza di istruzione, tale inaccuratezza può essere collegata alla tendenza a enfatizzare la sintomatologia riferita (F; VRIN).
Malgrado il marcato disagio segnalato, è possibile escludere tentativi di simulazione intenzionale di psicopatologia da parte della donna (Fp). La presenza di distorsioni nella rappresentazione di sé in senso peggiorativo indica che il protocollo prodotto è particolarmente esagerato e che il resoconto che segue deve essere considerato come una descrizione enfatizzata degli atteggiamenti, dei vissuti, dei sintomi e dei comportamenti della donna. L’atteggiamento osservato consiglia di leggere le descrizioni dei vari aspetti del funzionamento cognitivo, emotivo e sociale rilevati dal test con l’opportuna cautela (F; Fp; F-K).
Livello di funzionamento
Il punteggio medio delle Scale Cliniche ha un valore superiore al cut-off patologico, con elevazioni marcate nelle Scale Cliniche, suggerendo così la presenza di un disturbo marcato e pervasivo (Scale Cliniche). Nel disturbo presentato, la sintomatologia di tipo “psicotico” prevale su quella di tipo “nevrotico” (Psychotic Score; Neurotic Score).
La sintomatologia riferita è verosimilmente il frutto di una fase acuta di una patologia pervasiva, caratterizzata da pensiero disorganizzato e sintomi psicotici (F). Le modalità con cui la donna sta reagendo agli eventi stressanti sono quelle tipiche del disturbo da stress post-traumatico: prova un intenso disagio caratterizzato da ansia, disturbi del sonno, depressione e senso di colpa; teme la perdita del proprio controllo emotivo e cognitivo; è disturbata da pensieri intrusivi; ha scarsa fiducia nelle proprie capacità; si sente fraintesa e maltrattata dagli altri (PK; PS; A).
Rischio suicidario
La disperazione e il pessimismo nei confronti del proprio futuro giustificano il suo desiderio di morire e l’ideazione suicidaria che ne deriva, suggerendo così la presenza di un rischio suicidario non trascurabile sul piano clinico (DEP; DEP4; Sc2).
Funzioni cognitive di base
La donna lamenta problemi nelle funzioni cognitive di base che possono interferire con le attività quotidiane. Si rende conto della perdita della propria efficienza mentale: si distrae facilmente, si sente incapace di comprendere ciò che legge, lamenta problemi di memoria e di giudizio che possono interferire sia con la propria attività lavorativa che con i compiti della vita quotidiana (D4). L’intrusione di pensieri strani crea qualche problema di concentrazione e di memoria che mina la sua fiducia nelle proprie capacità cognitive (Sc3). Il malfunzionamento percepito nelle operazioni cognitive è associato alla incapacità di concentrarsi e impegnarsi in un compito o un obiettivo (Sc4).
Disturbi del pensiero ed esame di realtà
La donna dimostra di non condividere pienamente le modalità di pensiero comuni nel gruppo di appartenenza: i suoi pensieri e i suoi comportamenti possono risultare poco comprensibili agli altri (Sc2; BIZ2; PSYC; Ma2). La presenza di processi di pensiero non convenzionali tende a isolarla dagli altri (Sc2; BIZ2).
Appare fuori dal contatto con la realtà e assorbita nelle proprie fantasie: sono presenti severe distorsioni nelle interazioni con il proprio ambiente che la possono rendere di volta in volta ostile, risentita, provocatoria, inetta o incompetente (PSYC).
Tende a percepire il suo ambiente sociale come pericoloso e ostile. Non si fida degli altri e nutre risentimento nei loro confronti perché è convinta di essere stata trattata ingiustamente. La sua sensibilità la fa sentire facilmente ferita e le fa interpretare in modo negativo le motivazioni altrui. Inoltre, può nutrire la convinzione delirante di essere attaccata, influenzata o minacciata dagli altri; tende perciò a rifugiarsi nella fantasia dove può coltivare la sua ostilità per difendersi dal rifiuto e dagli attacchi che si aspetta dagli altri (Pa; Pa1; Sck).
Tende ad attribuire alla loro malevolenza le idee intrusive e disturbanti da cui è assillata (BIZ; Pa1). Utilizza la proiezione come meccanismo di difesa principale; per questo tende a interpretare le situazioni come se fossero dirette contro di lei, compromettendo così l’esame di realtà (Pa; Pa1).
Autocontrollo emozionale e comportamentale
Sul piano comportamentale, tende a presentarsi come energica e attiva, ma in alcune situazioni può risultare poco affidabile e imprudente. Lo stile di personalità è caratterizzato da anticonformismo, disinibizione e un orientamento morale edonistico, nonché dalla tendenza a sacrificare obiettivi a lungo termine in cambio di soddisfazioni a breve termine (DISC).
Il bisogno di sensazioni forti, così come la scarsa tolleranza alla frustrazione, possono predisporla ad agiti comportamentali, all’assunzione di rischi e a comportamenti sregolati (MAC-R). Riferisce fenomeni motori e sensori inusuali e strani che, in alcuni momenti, possono condurla a una perdita di contatto con la realtà di tipo dissociativo (Sc6).
Uso di sostanze
La donna si sente sufficientemente libera dal bisogno di ricorrere a farmaci o a sostanze stupefacenti per modificare il proprio stato mentale (AAS). L’impulsività e la ricerca di sensazioni forti potrebbero condurla all’abuso di alcool o di altre sostanze stupefacenti, nonché a forme patologiche di dipendenza comportamentale (Mac-R).
Risorse di coping
La donna tende ad avere scarsa fiducia nelle proprie capacità di tollerare e affrontare gli eventi stressanti, temendo di non avere risorse sufficienti per gestirne le conseguenze. La sua capacità di concettualizzare i problemi appare compromessa, così come lo sono le difese che può opporre nei confronti dei propri conflitti emotivi (K).
Si sente sopraffatta dal disagio emotivo che sta attraversando. La sua instabilità fa sì che in situazioni di stress reagisca in maniera eccessiva ed entri facilmente in confusione; può sentirsi travolta anche da problemi apparentemente di secondaria importanza.
È, inoltre, rigida nei suoi punti di vista, nelle sue scelte e nelle modalità di risoluzione dei problemi. Nel caso dovesse intraprendere una psicoterapia, avrebbe difficoltà a tollerare l’autoesplorazione e il confronto con i propri aspetti problematici, senza esserne turbata o disorganizzata (Es).
Somatizzazione dei vissuti emotivi
La donna sembra abbastanza attenta alle sensazioni del proprio corpo che, qualche volta, possono diventare fonte di preoccupazione o espressione di eventuali disagi psicologici (HsK; HEA).
Riferisce mancanza di vitalità, debolezza e stanchezza che influenzano negativamente il tono dell’umore e aumentano il suo bisogno di attenzione e rassicurazione (Hy3).
Funzionamento emotivo
Distress generalizzato
La donna sperimenta soggettivamente uno stato di disagio significativo, che deriva essenzialmente da una scarsa fiducia nelle proprie capacità di fronteggiare lo stress emotivo (A).
Si presenta come impotente, dipendente, bisognosa, indecisa e instabile. Le relazioni strette sono caratterizzate da estrema passività, da timori di abbandono e da ipersensibilità alle critiche. Tende a esasperare chi le sta vicino, in quanto sembra non riuscire mai ad agire nel proprio interesse o a prendere iniziative per migliorare la propria situazione (NEGE).
Considera, inoltre, la vita come un continuo sforzo e può essere descritta come inefficace, pessimista e tendente alla procrastinazione. Ha anche una certa tendenza alla somatizzazione e a sviluppare sintomi fisici in situazioni di stress (Mt).
Ansia
Appare eccessivamente preoccupata: di fronte a un evento imprevisto o improvviso si sente a rischio di un crollo mentale. Di conseguenza la preoccupazione e la tensione nervosa finiscono col rappresentare l’unica protezione possibile nei confronti della minaccia costituita dalle difficoltà della vita quotidiana e della propria vulnerabilità alla frammentazione (ANX).
La donna è tesa, ansiosa e introspettiva, tende a sentirsi inadeguata di fronte alle difficoltà. È indecisa e soffre per un costante senso di apprensione che la porta ad aumentare progressivamente il suo essere rigida, autocritica e perfezionista, rischiando di assumere uno stile ossessivo-compulsivo (Pt). È anche preoccupata per la performance lavorativa e in generale per la sua inefficienza che la fa sentire più vulnerabile (WRK).
Tono dell’umore
Il tono dell’umore della donna è instabile e i sentimenti depressivi tendono ad alternarsi a stati di eccitazione (D; DEP). I sentimenti depressivi sono accompagnati spesso da tensione, agitazione, nervosismo e sbalzi d’umore; il senso di inferiorità e la sfiducia in sé stessa e nelle proprie possibilità la fanno sentire inutile (D1).
Da ciò deriva un vissuto di soggettiva infelicità caratterizzata da sentimenti malinconici e instabilità dell’umore (DEP2). In lei prevale un’intensa attività di rimuginazione e di ruminazione che la fa sentire come se potesse perdere il controllo della propria mente.
Le tematiche tipiche di tale ideazione reiterativa riguardano il proprio valore personale ritenuto scarso, nonché l’inutilità propria e della vita che sta conducendo (D5). È particolarmente sensibile alle critiche; la sua permalosità la porta a estraniarsi e a evitare i contatti interpersonali.
L’infelicità si accompagna, quindi, a un vissuto di incomprensione da parte degli altri e al senso di solitudine che ne consegue (Pa2). I sensi di colpa e il biasimo che prova nei confronti di sé stessa le rendono impossibile godere della vita (Pd5). Malgrado la presenza di una certa eccitazione che orienta l’umore in senso euforico, la donna presenta alcune componenti cognitive e atteggiamenti tipici di una sindrome depressiva (DEP; Mak).
Il concetto negativo che ha di sé è supportato da convinzioni di indegnità, di impotenza, di inutilità e da rimorso. Tali convinzioni alimentano un senso di fallimento morale (DEP3). Avverte una perdita di interesse e di motivazione e si sente incapace persino di ottemperare ai compiti routinari della vita di tutti i giorni (DEP1).
Il suo malessere, sia sul piano fisico che su quello mentale, aumenta il suo bisogno di attenzione e rassicurazione (D; Hy3). L’alto livello di agitazione presente conduce la donna a non avere fiducia nelle proprie possibilità in quanto non è in grado di investire le proprie energie residue in maniera produttiva e di perseverare per realizzare i propri progetti (MaK; Ma2). Può avere episodi di iperattività, agitazione e irritabilità che possono alternarsi agli episodi di depressione (MaK; Ma2).