Una delle grandi sfide ancora presenti nel sistema educativo italiano è quella della dispersione scolastica, un fenomeno purtroppo ancora attuale al quale risulta necessario opporre efficaci contromisure di ordine istituzionale e non solo. Possiamo affermare oggi che quasi uno studente italiano su tre abbandona la scuola secondaria di secondo grado senza aver completato il percorso e quindi senza aver conseguito alcun titolo. Dalla letteratura emerge che gli studenti con migliore percezione delle proprie capacità e autostima hanno maggiore motivazione allo studio e inferiori probabilità di abbandono. Tra i fattori che determinano invece una maggiore probabilità di abbandono ci sono le difficoltà di apprendimento, i bisogni educativi speciali e fattori socioeconomici. La Regione Toscana con la direzione scientifica del professor Federico Batini, e la collaborazione del suo gruppo di ricerca, ha intrapreso così un progetto innovativo, proprio perché istituzionale. In Leggere:forte!, questo il nome del progetto, la lettura ad alta voce degli educatori e degli insegnanti, dal nido fino alla scuola di secondo grado, diventa strumento per correggere le disparità. Intervenire dunque direttamente a scuola, dove vanno tutti, per raggiungere anche coloro che provengono da famiglie in cui si legge poco. Tra gli ostacoli da superare il mito della lettura ad alta voce come didattica adatta solo a bambini che non conosco ancora grafemi e fonemi, tra gli obiettivi il continuare ad applicarla lungo tutto il percorso di istruzione.
Che cos’è «Leggere: Forte!»
Leggere: Forte! è un progetto della Regione Toscana realizzato grazie alla collaborazione e al coordinamento scientifico dell’Università degli Studi di Perugia (Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione), dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa), del CEPELL (Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e dei volontari LaAV (Letture ad Alta Voce).
Il progetto andrebbe più correttamente definito come politica educativa poiché mira a far diventare la lettura ad alta voce una pratica quotidiana e sistematica in ogni ordine e grado del sistema educativo di formazione della regione Toscana, con lo scopo di favorire il successo nei percorsi scolastici dei bambini e dei ragazzi e prevenire così la dispersione scolastica.
L’intervento si sviluppa in tre macro-azioni:
- la formazione per gli operatori (educatori, docenti);
- il monitoraggio dell’attività di lettura al nido e a scuola;
- la rilevazione dei dati per la misurazione degli effetti.
L’obiettivo è quello di costruire il più possibile una cultura della lettura ad alta voce.
Come nasce il progetto «Leggere: Forte!»
Da una parte c’è il dato: la regione Toscana possiede un livello di dispersione scolastica non indifferente. Con “dispersione scolastica” si intende la somma degli abbandoni, delle non frequenze e delle ripetenze. Inoltre, la dispersione non riguarda solo coloro che abbandonano il sistema di istruzione, smettono di frequentarlo o rimangono qualche anno in più.
Esiste anche la dispersione implicita, di chi ha un corso apparentemente regolare, ma conclude il percorso senza aver sviluppato abilità e competenze di base (quelle che chiamiamo life skills) che servono per vivere in uno stato, in una convivenza democratica.
Dalle indagini, risulta che il problema del sistema di istruzione rispetto alla dispersione scolastica sia quello di non riuscire ancora a incidere su chi parte da una condizione socioeconomica di svantaggio. La lettura ad alta voce, utilizzata in modo sistematico sin dalla scuola dell’infanzia e dal nido, costituisce la possibilità di ridurre l’impatto delle differenti provenienze socio-economico-culturali.
La lettura ad alta voce come strumento di potenziamento
Le performance linguistiche dei bambini di 3 anni tendono a essere predittive delle abilità di lettura alla scuola primaria. A loro volta, le abilità di lettura all’ingresso della scuola primaria tendono a essere predittive di tutta la carriera scolastica e accademica.
Questo significa che il linguaggio e le abilità di emergent literacy, ovvero di quelle competenze che saranno necessarie per imparare a leggere, sono abilità decisive per tutto il percorso scolastico. Sappiamo oggi che l’esposizione alla lettura consiste in uno dei predittori del linguaggio e che le pratiche di lettura sono ampiamente raccomandate per lo sviluppo delle conoscenze e delle abilità necessarie al successo scolastico.
Così come l’esposizione precoce, durante i famosi primi mille giorni di vita, ha un effetto sullo sviluppo del cervello, è altresì vero che interventi intensivi con la lettura ad alta voce fatti successivamente consentono di recuperare eventuali gap. Anche molto dopo che si è imparato a leggere, l’esposizione alla lettura ad alta voce non impigrisce, ma anzi potenzia e sviluppa le abilità di lettura autonoma e incrementa enormemente la disposizione positiva nei confronti della lettura.
Le abilità di lettura predicono il successo scolastico
Un bambino che è stato esposto in modo continuativo e precoce alla lettura arriva alla scuola primaria con un ottimo livello linguistico produttivo, ricettivo e un importante bagaglio di emergent literacy che rende più facile l’apprendimento della lettura. Non si tratta solo di apprendere un vasto lessico, ma anche di formare una serie di competenze che comprendono:
- avere familiarità con la struttura di un libro
- riconoscere che la storia consiste in una serie di eventi consecutivi
- essere consapevole dei rapporti di causa-effetto
Siccome questo è il primo tra gli apprendimenti di cui si ha un riscontro concreto, esso determinerà la percezione stessa che il bambino avrà di sé stesso come studente e il rapporto che avrà con il sapere per tutto l’arco della sua vita. Ma non solo: sarà anche molto più facile che il bambino sviluppi un atteggiamento positivo nei confronti della lettura stessa.
Al contrario, un bambino con un bagaglio lessicale di emergent literacy insufficiente incontrerà, all’arrivo alla scuola primaria, difficoltà nell’apprendimento della lettura, e queste difficoltà determineranno un senso di frustrazione e sfiducia, ma anche un’idea di sé come studente non buona. Questa idea farà sì che la lettura, che è stata proprio il veicolo di questa idea su di sé, diventi un’attività in cui il bambino non si impegna facilmente, innescando una sorta di spirale negativa.
Leggere ad alta voce ha benefici sulle aree cognitiva, emotiva e relazionale
La lettura ad alta voce è in grado di produrre una serie di benefici, interni ed esterni rispetto al percorso educativo e scolastico, che potremmo sintetizzare in tre aree: cognitiva, emotiva e relazionale.
- Sviluppo delle funzioni cognitive di base (attenzione, pianificazione ecc.): l’effetto sulla comprensione è straordinario, tant’è che è stato osservato un impatto non soltanto sul rendimento disciplinare nelle materie che hanno a che fare con la lingua, ma anche sulle abilità di lettura e di calcolo.
- Già a partire dall’anno e mezzo, è inoltre possibile iniziare a osservare un effetto sulle competenze emotive proprie (riconoscimento e regolazione) e su quelle degli altri.
- Il miglioramento delle competenze socio-relazionali è un altro dei guadagni incredibili: l’esposizione alla lettura di narrativa ad alta voce permette di capire che esistono punti di vista e vissuti diversi rispetto alla stessa situazione, con conseguente miglioramento delle abilità di comprensione delle emozioni altrui. Vivere assieme una storia equivale infatti, in una forma mediata, a vivere assieme un’avventura.
La lettura dell’insegnante possiede, oltretutto, funzione di cura e di modellamento. Leggendo ad alta voce si insegna a leggere, si espongono tutti alla lettura e si facilita la creazione di un rapporto autonomo. Quello che abbiamo osservato per la prima volta nel progetto precedente, Leggimi ancora, promosso da Giunti Scuola e che ha coinvolto a oggi 35.000 classi, è stato che non soltanto la letteratura fa bene a tutti indipendentemente dal livello di partenza, ma anche che chi è indietro ne può trarre un guadagno eccezionale.
Quindi la lettura non è democratica ma equitativa: interviene in maniera incredibile dove c’è bisogno con un resoconto notevole dal punto di vista delle abilità cognitive.
«Leggere: Forte!» consente di misurare i progressi cognitivi nei bambini esposti alla lettura ad alta voce
I test (cfr. tabella) sono stati somministrati solo ai bambini/studenti selezionati come gruppo campione (sia sperimentali sia di controllo) prima e dopo il periodo di training. I test individuati valutano un ampio range di componenti cognitive e psicologiche di sviluppo e sono stati scelti per le specifiche classi di età, tenendo conto delle tappe di sviluppo dei bambini.
Le dimensioni oggetto di analisi sono relative alla comprensione delle emozioni, alla pianificazione sequenziale, allo sviluppo del primo linguaggio e allo sviluppo complessivo del bambino e del primo vocabolario. Nella scuola del primo ciclo si rileveranno anche gli sviluppi sulla comprensione del testo e sulle competenze linguistiche, comprese quelle “alte” e sullo sviluppo delle abilità cognitive di base e delle abilità verbali.
Durante il percorso si procede alla misurazione degli effetti anche sulla base di strumenti qualitativi, quali diari di bordo, monitoraggi, autovalutazioni. Crediamo molto in questo mixed method, in quanto ci permette di ottenere, sia attraverso gli strumenti standardizzati sia attraverso gli strumenti aperti, il punto di vista delle educatrici, degli insegnanti e dei genitori. La somma di questi dati ha permesso di documentare l’andamento del progetto e i benefici che l’azione di lettura ad alta voce ha determinato, come peraltro confermato nei diari dagli educatori e dalle educatrici.