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    Test psicodiagnostici: strumenti di assessment e intervento psicologico

    I test psicodiagnostici sono caratterizzati da un elevato grado di complessità e necessitano di essere utilizzati con competenza ed etica professionale. Un test è un prezioso mezzo per misurare in modo oggettivo una caratteristica psicologica e il raggiungimento di tale obiettivo dipende dal lavoro congiunto di almeno tre attori:

    • gli autori: con l’opera del loro intelletto operazionalizzano un costrutto psicologico attraverso l’individuazione di indicatori accurati che contribuiscono alla definizione di uno strumento valido e attendibile;
    • l’editore: per sua missione assicura la più ampia diffusione degli strumenti pubblicati, ma al contempo subordina la propria attività editoriale e commerciale al rispetto di norme deontologiche. Per quanto riguarda la distribuzione dei propri test, Giunti Psychometrics si attiene agli Standards for Educational and Psychological Tests, definiti nel 1985 e recepiti da organizzazioni quali l’American Psychological Association (APA), l’American Psychiatric Association (APA) e l’American Educational Research Association (AERA). Gli stessi standard sono fatti propri dall’European Test Publishers Group (ETPG), di cui Giunti Psychometrics è membro fondatore, e dall’International Test Commission (ITC);
    • i professionisti utilizzatori: nella loro pratica quotidiana, rispettando le norme deontologiche, fanno un uso corretto dei test, in linea con le proprie competenze professionali.

    Se ognuno di questi tre attori lavora correttamente, si evita il pericolo di mettere in circolazione strumenti senza una solida base scientifica o che non misurano ciò che si propongono di misurare. Una tale eventualità, ovviamente, non sarebbe priva di conseguenze. Infatti, un test non valido o mal utilizzato inficia i risultati di una valutazione, danneggiando in primo luogo l’utente finale e in secondo luogo l’intera comunità.

    Ancora, la diffusione di un test incontrollata, non autorizzata, e in contesti non congrui, arreca un danno oggettivo ad autori, editori, professionisti, utenti finali e non ultimo alla società stessa. Alla luce di queste considerazioni, ci siamo chiesti se nel nostro processo di Ricerca e Sviluppo, ci fosse qualcosa da migliorare per garantire la protezione dell’opera e prevenirne l’uso illegittimo o inappropriato.

    Guidati dalla convinzione che disciplinare l’utilizzo di test psicodiagnostici significhi “essere dalla parte della scienza”, abbiamo interpellato i nostri clienti e raccolto i loro riscontri. Dalle domande che abbiamo ricevuto e considerato (e per questo ringraziamo tutti coloro che, con forme e sostanze diverse, hanno impiegato anche solo un minuto del loro tempo per chiederci chiarimenti o sollevare dubbi), è emerso che nella comunità scientifica e professionale sono due le domande ricorrenti legate all’utilizzo dei test:

    1. Come viene sviluppato un test e quali passaggi garantiscono la sua validità?
    2. Come può un utilizzatore essere certo della bontà dei dati restituiti da un rapporto di scoring digitale?

    Entrambi questi aspetti necessitano di essere affrontati con trasparenza. Proprio per questo riteniamo che sia importante descrivere il processo che porta alla pubblicazione sul mercato italiano di uno strumento psicodiagnostico adattato da un editore estero.

    Un test può dirsi “pronto” per essere utilizzato solo e soltanto quando ognuno dei passi descritti si conclude positivamente e quando si giunge a un accordo sulla qualità del lavoro compiuto.

    Test psicodiagnostici: la piattaforma di scoring online di Giunti Psychometrics

    In questo lungo e complesso processo, Giunti Testing si configura come una piattaforma alla quale è possibile collegarsi per eseguire facilmente lo scoring, secondo modalità assai simili a quelle previste dal sistema offline che abbiamo messo a disposizione in passato.

    Il progetto Giunti Testing nasce per offrire una piattaforma di somministrazione e scoring online dei test psicodiagnostici col vantaggio di essere accessibile da qualsiasi dispositivo e sempre aggiornato.

    Cosa è cambiato rispetto al passato? Le variazioni più rilevanti riguardano la quantità e la qualità dei controlli che applichiamo ai test pubblicati. Non ci limitiamo a “confezionare” un prodotto nella miglior veste dal punto di vista grafico e editoriale, dacché svolgiamo un ruolo attivo nella realizzazione del prodotto di cui, peraltro, siamo responsabili insieme agli autori che collaborano con noi.

    Un cambiamento consta nel fatto che, fatte salve alcune eccezioni, non pubblichiamo in formato cartaceo le tabelle normative dei test psicodiagnostici. Si tratta di un’innovazione rilevante che forse può apparire un po’ destabilizzante, almeno nelle fasi iniziali. Ma questa innovazione implica che i nostri clienti, potendo contare sulla scientificità e sull’accuratezza delle nostre scelte editoriali e sulla solidità dei nostri processi di lavorazione, non dovranno più consultare una mole spesso importante di numeri e tabelle, rischiando anche di incorrere in fisiologici errori. Tali tabelle, peraltro, saranno presto consultabili online, all’interno della piattaforma Giunti Testing per agevolare i clinici nel ragionamento sui dati e nella loro interpretazione.

    Non sono cambiati i nostri processi produttivi, né i metodi con cui raccogliamo i dati; di fatto, il nostro obiettivo resta la pubblicazione e la diffusione di test affidabili dal punto di vista psicometrico e clinicamente utili. Eravamo, e siamo, rigorosi e aderenti agli standard definiti a livello internazionale. Da oltre 70 anni Giunti Psychometrics è al fianco del professionista per supportarlo nelle sfide quotidiane della propria professione, guardando avanti e impiegando al meglio le risorse che lo sviluppo tecnico e metodologico può offrire. Siamo dalla parte della buona pratica e ci impegniamo quotidianamente per continuare su questa strada.

    1. Redazione di un progetto di standardizzazione del test atto a definire la numerosità desiderata del campione normativo e la sua stratificazione secondo variabili sociodemografiche, di volta in volta differenti, selezionate in base al costrutto teorico che si vuole misurare.
    2. Traduzione e adattamento culturale degli stimoli (dalla lingua originale all’italiano) e successiva back translation (gli esiti di tale processo determinano l’eventuale necessità di modificare gli stimoli adattati).
    3. Somministrazione pilota della versione italiana degli stimoli. L’obiettivo di questo passo è quello di affinare la traduzione e verificare la piena comprensibilità delle istruzioni e delle domande.
    4. Analisi dei dati raccolti attraverso l’edizione pilota. Questa fase ci permette di vagliare la presenza di eventuali bias sistematici e, in caso se ne riscontrino, valutare le modifiche che occorre apportare.
    5. Raccolta dei dati su un ampio campione di standardizzazione rappresentativo della popolazione generale italiana e corrispondente al campione definito nel progetto di standardizzazione iniziale. La raccolta dei dati, che nella maggior parte dei casi coinvolge un ampio campione di persone, viene effettuata sia in modo tradizionale, con somministrazioni carta e matita, spesso molto impegnative sul piano sia logistico sia temporale, e in modo digitale.
    6. Analisi dei dati raccolti sul campione di standardizzazione per lo studio delle proprietà psicometriche del test e calcolo dei punteggi normativi di riferimento. Nella maggior parte dei test clinici, sotto l’etichetta apparentemente semplice di “analisi dei dati”, sono racchiuse molteplici attività durante le quali si applicano tecniche statistiche anche molto sofisticate. Questo passo può dirsi concluso solo quando i risultati delle analisi sono soddisfacenti e l’andamento dei valori normativi è coerente con ciò che è previsto dal modello teorico di riferimento.
    7. Raccolta di dati su campioni clinici con diagnosi certa e documentabile. Spesso avviene contemporaneamente al passo 5 e ha una duplice finalità: studiare la validità di costrutto dello strumento e valutare con un criterio esterno la tenuta dei valori normativi. Il razionale è che se un test deve essere impiegato per la valutazione del funzionamento cognitivo, per esempio, dovrà produrre punteggi coerenti quando viene somministrato a individui con una diagnosi di disabilità intellettiva lieve, moderata o grave.
    8. Digitalizzazione dell’algoritmo di scoring e dei valori normativi e verifica del funzionamento globale del sistema. Questo passo prevede l’impiego di risorse interne adeguatamente formate. Il controllo di qualità sulla corretta implementazione dei valori normativi procede in modo incrociato e coinvolge sempre almeno due giudici indipendenti oltre a professionisti informatici.
    9. Condivisione dei risultati con l’editore originale del test che revisiona il lavoro secondo gli standard qualitativi internazionali grazie alla competenza di un consulente altamente specializzato. Questo tipo di controllo di qualità può portare alla richiesta di interventi migliorativi nell’andamento dei punteggi o alla richiesta di approfondire le motivazioni scientifiche alla base di certe scelte metodologiche.