Treccani definisce la personalità come «l’insieme di quelle disposizioni e funzioni affettive, volitive e cognitive che si sono progressivamente combinate nel tempo ad opera di fattori genetici, di dinamiche formative e di influenze sociali, fino a costituire una struttura relativamente stabile e integrata riconosciuta dall’individuo come propria, ed espressa di volta in volta nel proprio particolare modo di interagire con l’ambiente, di determinare i propri scopi, di regolare il proprio comportamento».
La definizione stessa che viene data di questo costrutto ci fa capire come la personalità sia un insieme complesso, la cui valutazione e misurazione psicometrica pone delle sfide per i professionisti.
In questo numero di Items proponiamo alcuni contributi che offrono la possibilità di analizzare la personalità a partire dal modello dimensionale proposto nella sezione III del DSM-5. Per la prima volta nella storia della nosografia psichiatrica si mette l’accento sui due poli – uno strutturale, che fa riferimento ai tratti di personalità, e uno dinamico, che rimanda alla costruzione dell’identità – che permettono all’individuo di adattarsi all’ambiente e di stare in relazione.
Questo modello consente di guardare alla personalità come a un continuum, cha va da assenza di compromissione a una compromissione estrema, e di ipotizzare diagnosi che tengano conto, non tanto dell’aderenza alle categorie diagnostiche, quanto del funzionamento globale delle persone.
Buona lettura!