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    Il Perfezionismo come stile di personalità: Multidimensional Perfectionism Scale

    Il costrutto di perfezionismo è stato inquadrato nella letteratura scientifica secondo approcci diversi. È infatti piuttosto frequente che si utilizzi questo termine sia per riferirsi a pattern disfunzionali di personalità sia per indicare un’attitudine personale positiva.

    Per esempio, Hamacheck (1978) distingue una forma di perfezionismo adattivo rispetto a una forma di perfezionismo nevrotico, che sarebbe caratterizzata da standard inflessibili. Altri autori, invece, preferiscono parlare di perfezionismo clinico (Egan, Wade, Shafran et al., 2014), ponendo l’enfasi sull’accezione patologica.

    Al di là del dibattito sul confine tra normalità e patologia, di particolare interesse è la prospettiva che interpreta il perfezionismo come uno stile o una disposizione di personalità (Hewitt, Flett, Mikail, 2017; Stoeber, 2017).

    Hewitt e colleghi (2017), definendo il perfezionismo come «uno stile di personalità multisfaccettato e multidimensionale che rende le persone vulnerabili a numerose forme di patologia», hanno sviluppato quello che da molti è considerato il principale modello di riferimento nello studio di tale costrutto.

    Come definire il perfezionismo? Il Comprehensive Model of Perfectionistic Behavior (CMPB)

    Nello specifico, il Comprehensive Model of Perfectionistic Behavior (CMPB) delinea tre categorie:

    1. componenti di tratto (il perfezionismo auto-diretto, il perfezionismo etero-diretto e il perfezionismo socialmente imposto),
    2. componenti interpersonali (le modalità con cui il perfezionismo si manifesta nella relazione con gli altri)
    3. componenti intrapersonali (l’espressione interiore del perfezionismo).

    Il CMPB è inoltre integrato da un modello di sviluppo evolutivo del perfezionismo e da un protocollo di trattamento che prevede sia interventi individuali sia di gruppo.

    Il perfezionismo è uno stile di personalità multisfaccettato e multidimensionale che rende le persone vulnerabili a numerose forme di patologia.

    Multidimensional Perfectionism Scale: il test psicometrico che misura il perfezionismo

    Le componenti di tratto del CMPB sono indagate da un questionario psicometrico denominato Multidimensional Perfectionism Scale (MPS; Hewitt, Flett, 1991) che esplora le tre dimensioni definite dal modello teorico:

    1. Self-oriented perfectionism (SOP): una forma di perfezionismo diretto verso di sé, in cui la persona pretende da sé stessa la perfezione.
    2. Other-oriented perfectionism (OOP): il perfezionismo diretto verso gli altri, caratterizzato dalla tendenza a pretenderne la perfezione.
    3. Socially prescribed perfectionism (SPP): una forma di perfezionismo in cui è centrale la credenza che gli altri si aspettino dalla persona solo la perfezione.

    La MPS è un questionario composto da 45 item su scala Likert (da 1 a 7) che valutano il livello di accordo, o disaccordo, rispetto alle affermazioni riportate, dove i punteggi elevati indicano più alti livelli di perfezionismo di tratto.

    La validazione originaria in lingua inglese ha confermato la struttura a tre fattori dello strumento (corrispondenti dunque alle tre dimensioni del CMPB) e una buona attendibilità con una Alpha di Cronbach che oscilla tra .79 e .89 per le tre scale (SOP, OOP, SPP) e un test-retest a 3 mesi con valori tra .75 e .80 (Hewitt, Flett, 1991).

    Più recentemente, sono stati pubblicati i dati normativi su campioni clinici e non, che hanno consentito l’individuazione di cut-off attendibili (Hewitt, Flett, 2004).

    La validazione linguistica della Multidimensional Perfectionism Scale in italiano

    All’interno di un più vasto progetto di ricerca sviluppato dal Centro di psicologia e psicoterapia di Tages Onlus di Firenze e dal Perfectionism and Psychopathology Lab dell’Università della British Columbia di Vancouver, è in corso la validazione in lingua italiana della MPS.

    La prima fase ha previsto il processo di validazione linguistica secondo le usuali metodologie (Boateng, Neilands, Frongillo, et al., 2018). Inizialmente, un gruppo di ricerca, composto da un individuo madre lingua inglese, un esperto di ricerca psicologica e uno di perfezionismo, ha sviluppato una prima traduzione in lingua italiana della MPS.

    Successivamente, due individui madre lingua inglese hanno condotto una back-translation di tale traduzione per poi confrontarla con l’originale. Il gruppo di ricerca, assieme allo stesso Hewitt, ha valutato e risolto le incongruenze, giungendo alla formulazione di una seconda versione italiana della MPS.

    La versione italiana della MPS si è rivelata clinicamente attendibile.

    Tale versione è stata testata preliminarmente in un gruppo di pazienti italiani (n = 5) con diagnosi di disturbo di personalità (DP) in base ai criteri definiti dal DSM-5 tramite somministrazione della MPS e discussione dei risultati in focus group. I 5 pazienti, che erano in trattamento psicoterapeutico per diversi disturbi di personalità (1 narcisistico; 2 borderline; 2 ossessivo-compulsivo), hanno riconosciuto che le scale con i più alti punteggi corrispondevano ai loro tratti di personalità caratteristici.

    Similmente, in un altro focus group (n = 2) sono stati intervistati i terapeuti dei pazienti, i quali hanno confermato il fatto che il profilo emerso dalla MPS era coerente con l’inquadramento clinico del caso, con altre misure psicometriche e con le interviste diagnostiche precedentemente realizzate.

    La versione italiana della MPS si è dunque rivelata clinicamente attendibile e, quindi, è stata fatta oggetto del successivo studio di validazione psicometrica, attualmente in corso, su due campioni statisticamente significativi: uno non clinico (n ≈ 300) e uno clinico (n ≥ 50).


    Bibliografia

    • Boateng G. O., Neilands T. B., Frongillo E. A., Melgar-Quiñonez H. R., Young S. L. (2018), «Best practices for developing and validating scales for health, social, and behavioral research: A primer», Frontiers in Public Health, 6, 149.
    • Egan S. J., Wade T. D., Shafran R., Anthony M.M. (2014), Cognitive-behavioral treatment of perfectionism, Guildford Press, New York.
    • Hamacheck D. E. (1978), «Psychodynamics of normal and neurotic perfectionism», Psychology: A Journal of Human Behavior, 15 (1), 27-33.
    • Hewitt P. L., Flett G. L. (1991), «Dimensions of perfectionism in unipolar depression», Journal of Abnormal Psychology, 100, 98-101.
    • Hewitt P. L., Flett G. L. (2004). Multidimensional Perfectionism Scale (MPS): Technical manual. Multi-Health Systems.
    • Hewitt P. L., Flett G. L., Mikail S. F. (2017), Perfectionism. A relational approach to conceptualization, assessment, and treatment, Guildford Press, New York.
    • Stoeber J. (2017), «The psychology of perfectionism: Theory, research, applications». In J. Stroeber (ed.), The psychology of perfectionism: Theory, research, applications, Routledge, New York.